Un luogo che ha lasciato tutti senza parole: il Palazzo e la stanza che ha segnato Napoleone
Palazzo Milzetti di Faenza, vertice del Neoclassico in Emilia Romagna: affreschi mozzafiato, leggende napoleoniche e una “capanna” da film.

Palazzo Milzetti, oggi Museo Nazionale dell’Età Neoclassica in Romagna, è considerato la residenza privata più raffinata dell’intero stile neoclassico italiano. Commissionato nel 1792 dal conte Nicola Milzetti all’architetto Giuseppe Pistocchi, nacque dall’unione di antiche case danneggiate dal terremoto del 1781 e fu impreziosito dagli affreschi illusionistici di Felice Giani (1802-05). All’epoca si sussurrava che la sua Galleria di Achille, con pareti che sembrano “sfondare” lo spazio, avesse stregato persino gli emissari di Napoleone Bonaparte, curiosi di acquistare la dimora per farne un cenacolo culturale romagnolo. Palazzo Milzetti – storia.
Un gioiello neoclassico nel cuore di Faenza
Dietro l’austera facciata in bugnato manierista di via Carlo Cesare Scassi, si apre un mondo di sale affrescate, stucchi dorati e arredi di ebanisteria faentina. Pistocchi creò uno scalone monumentale a doppia rampa e dispose gli ambienti secondo un percorso scenografico culminante nella Sala dell’Olimpo, “cupola” dipinta che simula il cielo aperto. Dopo l’arresto dell’architetto (1796), il cantiere passò a Giovanni Antonio Antolini, che chiamò Giani e il decoratore Gaetano Bertolani a rifinire soffitti, finti marmi e prospettive a trompe-l’œil. Il risultato fu un “manuale vivente” di temi mitologici, medaglioni a grisaille e motivi pompeiani che rende Palazzo Milzetti un caso unico in tutta Emilia Romagna. Palazzo Milzetti – collezioni.
Declino, rinascite e… una capanna da favola
Nel 1808 i Milzetti, oberati dai debiti, cedettero il palazzo: in meno di un secolo cambiò cinque proprietari finché, nel 1830-51, i conti Rondinini completarono l’ala ovest e sistemarono il vastissimo giardino romantico. Qui fece scalpore la “capanna rustica” disegnata da Romolo Liverani: una finta baita di corteccia con interni dipinti a paesaggio alpino, perfetta per feste notturne e tormentoni letterari. Dopo l’asta del 1934 e decenni di abbandono, lo Stato acquistò l’edificio nel 1973, lo restaurò e, dal 2001, lo aprì al pubblico come unico museo italiano dedicato al Neoclassico.
Curiosità
Nei depositi del museo si conserva un autografo di Antonio Paolucci che definisce Palazzo Milzetti «più raffinato dei salotti di Vienna e San Pietroburgo»; il critico confessò di aver contato oltre 400 figure dipinte in soli tre ambienti.