Un passato misterioso prende forma | Montecopiolo nasconde un trascorso che non ti aspetti

Montecopiolo: storia medievale, altezza record e una grotta carsica misteriosa. Scopri le curiosità sorprendenti!

A cura di Redazione
23 luglio 2025 18:00
Un passato misterioso prende forma | Montecopiolo nasconde un trascorso che non ti aspetti - Foto: Toni Pecoraro/Wikipedia
Foto: Toni Pecoraro/Wikipedia
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Arroccato a 915 m fra la Valconca e la Valmarecchia, il borgo di Montecopiolo custodisce una vicenda che unisce preistoria, Medioevo e politica contemporanea. La rocca dei vescovi di San Leo, attestata nel X secolo, divenne baluardo dei Montefeltro e nel 1522 respinse le artiglierie di Giovanni delle Bande Nere, lasciando cicatrici ancora visibili nelle murature in pietra calcarea. Dopo quell’assedio, i contadini abbandonarono la sommità fortificata e si trasferirono nei nuovi nuclei di Villagrande e Pugliano, ma i torrioni spogli restarono a vegliare sui pascoli del Monte Carpegna, segnando il confine naturale fra Marche e Romagna. Oggi i ruderi – raggiungibili con un sentiero che sale fino a 1 033 m – offrono un punto-vista che spazia dall’Adriatico alle prime cime dell’Appennino, in un silenzio rotto soltanto dal vento.

Dall’assedio al Senato: il salto in Romagna

Nel XX secolo Montecopiolo era ancora marchigiano, ma il 24-25 giugno 2007 i cittadini votarono per unirsi alla provincia di Rimini. Il distacco non fu immediato: servì un iter parlamentare quattordicennale concluso il 25 maggio 2021, quando il Senato sancì l’ingresso ufficiale in Emilia Romagna. Il nuovo status ha portato investimenti nei collegamenti con la costa e l’inclusione integrale nel Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello, scrigno di biodiversità dove si alternano prati aridi, faggete vetuste e calcari a strapiombo popolati da aquile reali. Sul crinale, le guide del parco organizzano trekking notturni e “bagni di foresta” che partono dal castello e terminano nella faggeta di Monte Faggeto, permettendo di osservare stelle e grilli in una delle zone a minor inquinamento luminoso della regione.

Curiosità: la grotta dei Neanderthal sotto il castello

Sotto la piattaforma bastionata corre una frattura carsica nota come “Grotta della Rupe”: quando gli archeologi dell’Università di Urbino vi scavano, trovano selci in tecnica Levallois risalenti a oltre 50 000 anni fa, prova che gruppi di Neanderthal utilizzarono questi anfratti come bivacchi di caccia ben prima che le prime pietre del castello fossero posate. Le stesse cavità servirono poi come vie di fuga medievali e rifugio partigiano durante la Seconda guerra mondiale, facendo di Montecopiolo uno dei rarissimi punti dell’Appennino riminese in cui la preistoria dialoga con la storia militare. 

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