La natura ha sorpreso tutti | Parco della Cava di Rimini e la straordinaria invasione che ha cambiato tutto
Parco della Cava di Rimini: ex cava d’argilla diventata lago Mariotti, oggi polmone verde con tartarughe invasive e progetti di rinascita ecologica.

A pochi chilometri dal centro di Rimini, lungo viale Euterpe, un’ex cava d’argilla scavata per fabbricare laterizi si è trasformata in un’oasi urbana di 25 ettari: il Parco Giovanni Paolo II, che i riminesi continuano a chiamare «della Cava». Qui il lago Mariotti, specchio d’acqua profondo otto metri, riflette salici piangenti, aironi e grattacieli in lontananza, ricordando ogni giorno che l’industria può diventare paesaggio quando la città decide di restituire spazio alla natura.
Dalla fornace al polmone verde di Rimini
Il sito nasce negli anni Venti accanto alla Fornace Fabbri, fabbrica che cuoceva mattoni destinati a tutta l’Emilia Romagna. Negli anni Sessanta la cava si esaurì e lasciò una buca di quaranta mila metri quadri colma di falda; nel 1977 il Comune la acquisì e piantò tremila alberi per frenare frane e polvere. Oggi la pista ciclopedonale collega il parco direttamente a piazzale Kennedy sul mare, creando un corridoio verde unico nel tessuto urbano. Nel 2020 è nato anche il Fruttario, un pomario con antiche varietà di meli, peri e cachi aperto alle scuole.
Un lago vivo: fauna, tartarughe invasive e curiosità finale
Nel lago convivono carpe, persici sole, cigni reali, oche egiziane e tartarughe orecchie rosse abbandonate dagli acquari domestici. Nel 2021 l’Amministrazione ha lanciato un piano di cattura e trasferimento delle Trachemys scripta, specie giudicata tra le cento più invasive al mondo, per salvaguardare la rana dalmata e il martin pescatore che qui nidificano. Durante il censimento del 2022 i biologi hanno contato oltre 250 esemplari, molti di oltre venti anni, indice di un ecosistema ormai complesso e in parte alterato.