Un tesoro bizantino nel sottosuolo ravennate: l'assurdo mistero che affonda le radici nel V secolo

Sotterranea a Ravenna, la Domus dei Tappeti di Pietra sorprende con mosaici bizantini e un mistero che affonda le radici nel V secolo.

A cura di Redazione
25 agosto 2025 18:00
Un tesoro bizantino nel sottosuolo ravennate: l'assurdo mistero che affonda le radici nel V secolo - Foto: Incola/Wikipe
Foto: Incola/Wikipe
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Un tesoro bizantino sotto la chiesa di Sant’Eufemia

Scoperta in modo del tutto fortuito nel 1993 durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, la Domus dei Tappeti di Pietra è uno dei più importanti siti archeologici emersi a Ravenna negli ultimi decenni. Situata a circa tre metri sotto il livello stradale, al di sotto della settecentesca chiesa di Sant’Eufemia, la Domus è un complesso residenziale di epoca tardo-romana e bizantina, databile tra il V e il VI secolo d.C.

L’intera struttura comprende quattordici ambienti pavimentati con mosaici policromi e lastre marmoree, probabilmente appartenenti a una domus patrizia di un dignitario imperiale o a una struttura legata al clero ravennate. Alcuni dei mosaici conservati sono di straordinaria finezza, sia per tecnica che per simbologia. Tra questi spiccano la celebre “Danza dei Geni delle Quattro Stagioni”, che raffigura figure allegoriche danzanti in cerchio – simbolo del ciclo eterno della natura – e il raffinato “Buon Pastore”, immagine cristiana ricca di richiami evangelici e spirituali. La Domus, aperta al pubblico nel 2002 con l'inaugurazione ufficiale del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Bell’Italia (2004) e il Premio Francovich (2017) per la valorizzazione del patrimonio archeologico.

L’incanto salvato e ossigenato nel sottosuolo ravennate

Entrare nella Domus significa scendere letteralmente nel tempo. Il percorso museale è stato progettato per proteggere e valorizzare i mosaici originari: i visitatori percorrono passerelle sospese che permettono di osservare da vicino i dettagli iconografici dei pavimenti senza danneggiarli. Le luci soffuse, calibrate per rispettare i materiali antichi, restituiscono la suggestione di un’antica residenza di lusso, dove ogni stanza era decorata secondo un preciso schema simbolico e architettonico.

La struttura mostra stratificazioni architettoniche che coprono un arco temporale vastissimo: dai resti tardo-repubblicani, probabilmente legati a una domus preesistente, fino ai rimaneggiamenti bizantini del VI secolo. Ambienti termali, cortili interni, vani di servizio e aree decorative testimoniano l’evoluzione urbana e sociale di Ravenna in un momento storico di massima importanza per l’Impero Romano d’Occidente.

Un dettaglio affascinante è dato dal rapporto fra la Domus e la chiesa di Sant’Eufemia, costruita nel Settecento proprio sopra i resti archeologici. L’ingresso moderno al sito è situato all’interno della chiesa stessa, creando un ponte visivo e spirituale tra le stratificazioni storiche: dall’epoca tardoantica alla dimensione religiosa barocca. Questo connubio tra archeologia e fede trasforma la visita in un'esperienza unica, dove il percorso culturale si intreccia con la spiritualità dei luoghi.

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