Una location che pochi conoscono: custodisce uno dei geositi più spettacolari dell'Appenino romagnolo

Esplora le Balze di Verghereto al monte Fumaiolo: geologia unica, sorgenti del Tevere, biodiversità alpina e storie incredibili.

A cura di Redazione
06 agosto 2025 14:00
Una location che pochi conoscono: custodisce uno dei geositi più spettacolari dell'Appenino romagnolo - Foto: Barzo25/Wikipedia
Foto: Barzo25/Wikipedia
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Il borgo montano di Balze, frazione di Verghereto in provincia di Forlì-Cesena, si adagia ai piedi del maestoso monte Fumaiolo (1 408 m), e custodisce uno dei geositi più affascinanti e scenografici dell’Appennino romagnolo: le celebri “Balze”, monumentali pareti rocciose scolpite nei secoli dagli agenti atmosferici. Queste strutture naturali, alte decine di metri, si ergono come bastioni ciclopici, tagliando il paesaggio con i loro profili netti e le stratificazioni evidenti.

A rendere il sito ancora più straordinario è il fatto che, proprio in mezzo a queste formazioni, si trova una delle più antiche sorgenti fluviali d’Italia: la sorgente del Tevere, il “fiume sacro ai destini di Roma”. La sua “vena”, ancora attiva, sgorga da una conca rocciosa a pochi passi dal borgo, circondata da boschi e sentieri.

L’origine delle Balze è legata all’evoluzione geologica del versante romagnolo appenninico, quando, oltre 100 milioni di anni fa, imponenti depositi di arenaria, marna e gesso si accumularono sul fondo di un antico mare. Nel tempo, l’orogenesi appenninica ha sollevato questi strati fino a farli emergere, inclinarli e scolpirli in creste verticali, canyon e terrazze rocciose, che oggi disegnano un paesaggio dall’aspetto quasi prealpino, ma situato nel cuore dell’Emilia-Romagna.

Le pareti scolpite tra Romagna, Toscana e Marche

Le balze di Verghereto si sviluppano lungo un confine geografico e culturale triplo, dove Romagna, Toscana e Marche si incontrano e si mescolano. Le pareti rocciose dominano il paesaggio circostante, affiorando da boschi di faggi e abeti come sentinelle geologiche, mute ma eloquenti testimoni di ere geologiche lontanissime.

Il sito è oggi riconosciuto come geosito regionale protetto, inserito nella Rete Natura 2000 come Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale (IT4080008), un riconoscimento che certifica il suo valore ambientale, naturalistico e scientifico. Dai punti più alti delle Balze è possibile ammirare un panorama che, nelle giornate limpide, spazia fino al Mare Adriatico, un vero e proprio balcone naturale sull’intera dorsale appenninica orientale.

L’area è punteggiata da sentieri escursionistici ben tracciati, che permettono agli appassionati di camminare tra boschi secolari, pareti scoscese, grotte e balconi panoramici. I percorsi della “Ripa della Moia” e dei “Sassoni” sono tra i più noti e frequentati, ideali per escursionisti, famiglie, fotografi e ciclisti.

Sorgente sacra, biodiversità e trekking d’altri tempi

Nel cuore di questo scenario geologico unico, sgorga ancora oggi la storica “Vena del Tevere”, una sorgente limpida e fredda che alimenta il fiume più famoso d’Italia. Considerata da secoli luogo sacro, questa sorgente fu celebrata nel 1934 con l’erezione di una stele in travertino proveniente dal Foro Romano, sormontata da un’aquila e da una lupa capitolina, simboli del legame storico tra il Tevere e Roma. La stele fu voluta dal regime fascista come parte di una narrazione identitaria, ma ancora oggi rappresenta un simbolo di connessione tra natura, mito e storia.

Dal punto di vista ecologico, la zona è un autentico scrigno di biodiversità. Le faggete vetuste, i prati aridi e le pareti calcaree ospitano numerose specie rare e protette, tra cui la Gentianella campestris, piccola pianta montana dai fiori violacei, e la Cyanus montanus, simile al fiordaliso, che cresce solo in ambienti incontaminati. La gestione e la tutela di quest’area spettano al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che ha individuato le Balze come una delle zone prioritarie per il mantenimento degli habitat naturali montani.

I visitatori possono immergersi in un ambiente dove il tempo sembra sospeso, tra rovine naturali, boschi silenziosi e leggende popolari. Il clima è fresco anche in estate, e il territorio si presta a escursioni a piedi, itinerari in mountain bike e meditazione immersiva nella natura.

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