Una storia che lascia senza parole: a Sarsina esiste una catena sacra usata ancora oggi
A Sarsina, in Emilia Romagna, una catena sacra è ancora oggi usata per esorcismi e guarigioni nella Basilica di San Vicinio.

Un luogo sacro dove il tempo non ha spezzato la fede
Nel cuore dell’Appennino romagnolo, Sarsina custodisce uno dei luoghi più enigmatici e affascinanti d’Italia: la Basilica di San Vicinio. Qui si conserva una reliquia unica al mondo, una catena metallica che secondo la tradizione sarebbe appartenuta al santo vescovo e utilizzata ancora oggi per riti di guarigione ed esorcismo. La chiesa, risalente all’XI secolo, è uno straordinario esempio di architettura romanica e rappresenta da secoli una meta di pellegrinaggio spirituale per fedeli e curiosi.
La figura di San Vicinio, vissuto tra il III e IV secolo, è avvolta nel mistero: secondo la tradizione, visse da eremita e fu poi nominato vescovo. La catena che portava al collo come strumento di penitenza è ancora oggi conservata nella basilica e viene imposta attorno al collo dei fedeli che ne fanno richiesta, con una speciale preghiera per la liberazione da mali fisici e spirituali. Questo rito è ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa e viene celebrato ogni giorno all’interno della basilica.
Una tradizione millenaria che resiste ancora oggi
L’edificio sacro, oltre al suo valore simbolico, rappresenta anche un gioiello architettonico. La struttura presenta capitelli romanici scolpiti, un’abside semicircolare e una cripta antichissima, probabilmente databile al VI secolo. Sotto l’altare maggiore si trova il luogo dove riposa San Vicinio, venerato come patrono della diocesi di Cesena-Sarsina. La presenza della catena benedetta, custodita in una teca trasparente, è ciò che attira ogni anno migliaia di fedeli da tutta l’Emilia Romagna e anche da fuori regione.
Il culto ha un carattere profondamente popolare, ma è anche al centro di interesse antropologico e storico. La pratica dell’“imposizione della catena” è considerata unica al mondo per continuità e forma liturgica. La diocesi, che promuove con serietà e discernimento questo rito, ha istituito anche una festa liturgica dedicata al santo, che culmina ogni anno il 28 agosto con celebrazioni solenni e manifestazioni religiose e culturali.