Una storia che ti lascerà senza parole | Il mulino che ha salvato i Malatesta a Poggio Torriana
A Poggio Torriana, entroterra di Rimini, il Museo Mulino Sapignoli racconta secoli di grano, acqua e ingegno lungo il fiume Uso: scoprilo ora.

Il Mulino Sapignoli – oggi museo vivo dell’arte molitoria – è incastonato fra le colline di Poggio Torriana (Rimini) e il corso sinuoso del fiume Uso. Qui, dal Cinquecento, l’acqua fa girare macine capaci di nutrire la Signoria Malatesta, tanto da meritare il soprannome di “granaio segreto della corte”. Ancora oggi la Sala delle Macine può essere avviata durante le visite guidate, gettando nell’aria l’aroma di farina appena burattata.
Metri di storia sulle rive del fiume Uso
Un documento del 1588 – conservato nell’archivio di Santarcangelo – elenca cinque mulini attivi nel piccolo territorio di Poggio Berni: il Sapignoli era già il più grande, dotato di portico, stalle e magazzini per il grano. Funzionò sino agli anni ’80, quando le pale tacquero e il fabbricato rischiò l’abbandono. Il restauro, avviato nel 2003 dal Comune e terminato nel 2010, ha riportato in luce travi originali, vasche di decantazione e l’antica Fossa Viserba, il canale artificiale che convoglia l’acqua al mulino.
Macine che fanno cultura: dal grano alla biblioteca
Oggi il piano terra ospita il Museo dell’arte molitoria: attrezzi rurali, ingranaggi di ghisa, video-interviste ai mugnai e la ricostruzione del ciclo del grano. Al piano nobile, dove un tempo viveva la famiglia Sapignoli, si trova la Biblioteca comunale “Pio Campidelli”, trasformando la vecchia abitazione in un hub di lettura e laboratori per le scuole. Il museo è tappa consigliata dell’itinerario regionale “Mulini della Valmarecchia”, che valorizza i 165 opifici idraulici censiti tra Marecchia e Conca.
Curiosità: il chilometro zero della “Via dei Mulini”
Il Mulino Sapignoli è considerato il caposaldo della “Via dei Mulini”, percorso che unisce 161 opifici storici dell’entroterra riminese: durante le aperture straordinarie, le guide azionano le macine e regalano ai visitatori un sacchetto di farina integrale prodotta sul momento – l’unica “farina del 500” che ancora racconta, granello dopo granello, l’epopea del grano di Romagna.