Uno Bianca: 30 anni fa l'arresto di Roberto Savi
Il sindaco di Rimini con una nota sui social, ricorda e commenta il "capitolo nero della storia italiana

30 anni fa, con l’arresto di Roberto Savi, si chiudeva il capitolo sanguinoso della banda della Uno Bianca.
Il ricordo del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad
Sono passati 30 anni dalla fine dell’incubo della banda della Uno Bianca.
Una vicenda segnata da morti, sangue, dolore, che ebbe una svolta nella notte tra il 21 e il 22 novembre 1994 con l’arresto di Roberto Savi, agente in servizio alla Questura di Bologna e con il fermo nei giorni a seguire degli altri componenti.
Non è facile raccontare a chi è nato dopo la metà degli anni Novanta quale fu lo sconcerto di un Paese intero nello scoprire come dietro a quel gruppo criminale che aveva insanguinato un pezzo d’Italia ci fosse anche chi portava una divisa dello Stato.
Non fu però una sconfitta dello Stato. Perché furono altri uomini di Stato ad individuare i responsabili e a consegnarli alla giustizia. Fu il lavoro del pool coordinato dal magistrato riminese Daniele Paci, dei suoi collaboratori Luciano Baglioni e Pietro Costanza, e più in generale del sistema investigativo e giudiziario che si occupò del caso.
Questo capitolo nero della storia italiana è ricordato proprio oggi da un convegno organizzato dal sindacato di Polizia SAP dal titolo “La cattura. A distanza di 30 anni nella memoria di chi c’era”.
I fatti raccontati da chi li ha vissuti, affinché il ricordo di quel dramma, delle vittime e del dolore ancora oggi vivo delle famiglie non sbiadisca. Anche il Comune di Rimini farà la sua parte, con una iniziativa culturale per il prossimo anno che possa coinvolgere le città della Romagna.
Perché non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
Il ricordo del Segretario Provinciale Sap Rimini Salvatore Giglia
Questa stessa data di trent’anni fa segnò una svolta decisiva nella storia del nostro Paese con la cattura e la fine della banda della uno bianca che per anni seminò terrore e morte nella città di Rimini e in altre località dell’Emilia-Romagna ed è proprio da Rimini che abbiamo voluto ricordare il grande lavoro svolto dagli investigatori ed il sacrificio di quanti hanno perso la vita e di quanti portano ancora addosso le ferite nel corpo e nell’anima; Alcuni degli arrestati portavano indegnamente una divisa, quella divisa che tanti altri colleghi hanno onorato e onorano anche con il sangue. Il SAP vuole ricordare proprio chi si è sacrificato e chi si sacrifica ogni giorno con il più alto senso del dovere e delle istituzioni nella lotta alla criminalità.
Oggi sarà anche un’importante occasione per riflettere sul significato della giustizia e della memoria storica, e sul ruolo delle istituzioni e della cittadinanza nella tutela della sicurezza e della coesione sociale.