Veicoli del Terzo Settore trasformati in cartelloni pubblicitari: l’allarme dell’associazione Protetti Insieme
Pubblicità su mezzi sociali e associativi: rischio di sanzioni per violazione del Codice della Strada
Per molti anni le pubblicità di aziende e di piccole attività artigianali e professionali applicate sui mezzi di trasporto di enti e associazioni di volontariato, sportive o di azione sociale che circolano nelle nostre città, o provvedendo al trasferimento di malati e disabili, hanno rappresentato una piccola fonte di auto finanziamento per le medesime. Nel contempo per le società che si occupano della raccolta pubblicitaria da applicare sui mezzi, si tratta esclusivamente di una attività a scopo di lucro molto redditizia: oltre a 100.000 euro ricorrenti per ogni veicolo, mediamente ogni 2 anni.
Si tratta di un arricchimento, effettuato in violazione dell'art.23 del Codice della Strada e del relativo regolamento di attuazione, il Dpr 495 del 1992 . Il Codice della Strada fa divieto assoluto di apporre scritte o insegne pubblicitarie luminose sui veicoli e prevede che sia sempre «escluso ogni rischio di abbagliamento o di distrazione dell'attenzione nella guida per i conducenti di altri veicoli». Tale facoltà è concessa solo ad autobus, taxi, Ncc, oppure per la promozione esclusiva della propria azienda.
Tuttavia la circolazione di questi mezzi nelle nostre città continua, nonostante l'impegno delle forze dell'ordine e del ministero dell'Interno, che sulla questione ha diramato una circostanziata circolare il 3 febbraio del 2020.
La denuncia arriva dalla associazione bolognese per la difesa dei Diritti “Protetti Insieme Ets” che si batte su questo fronte, che nella sola Provincia di Reggio Emilia coinvolge ben 17 Comuni dove questi mezzi circolavano, rendendo alle società di raccolta pubblicitaria una media di 100.000 euro ogni 2 anni per ciascuno , 14 a Bologna e 12 nella Provincia di Modena, secondo le stime dell'associazione. Ma sono almeno 800 i mezzi - in genere Doblò o Ducato- ancora in circolazione in tutta Italia, in particolare nel Triveneto, Lazio, Toscana, Lombardia e anche nella Repubblica di San Marino.
«Il nostro intervento – spiega l'associazione diritti Protetti Insieme Ets - mira ad aiutare le associazioni e gli enti che spesso inconsapevolmente violano l'art. 23 del Codice della Strada, generando un vulnus grave, perché questi mezzi oltre ad importanti sanzioni economiche rischiano il fermo e rischiano anche di essere ritirati senza preavviso per nullità del contratto di comodato. Sono molti i mezzi che anche per la loro visibilità evidente sono stati fermati e giacciono fermi, vanificando anche l'azione di tante aziende che potrebbero destinare i loro investimenti pubblicitari ad altre forme etiche di comunicazione sociale, danneggiando tutto il Terzo Settore . E' facoltà di ogni azienda che ha sottoscritto tali contratti contestarne la nullità e intimare la restituzione delle somme corrisposte, che le aziende potrebbero destinare direttamente alle associazioni medesime per l'acquisto in proprio dei mezzi, mantenendo tutti i benefici fiscali».
L'associazione intende combattere questo fenomeno che incide sulla correttezza e legittimità dell'attività degli enti del Terzo Settore coinvolti, su cui graverebbe anche l'imposta comunale sulla pubblicità che di norma non viene versata, in quanto l'utilizzo di veicoli concessi in comodato gratuito per finalità miste, con prevalenza solidaristica, al fine di veicolare messaggi pubblicitari a titolo oneroso, costituisce un impiego distorto di beni e agevolazioni pubbliche destinate a scopi di utilità sociale. Sulla questione si è espresso anche il costituzionalista prof. Vittorio Angiolini, Ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Milano, il cui Expertise è a disposizione dei signori giornalisti. Protetti Insieme ha presentato anche un'esposto all'Autorità Garante del Mercato Agcom, per concorrenza sleale e distorsione del mercato pubblicitario a danno degli editori e delle concessionarie di pubblicità che operano regolarmente sul mercato.
9.2°