Venezia: 'Cicciona, fai schifo!' alla figlia undicenne, condannato padre
Definitiva la sentenza per maltrattamenti: le frasi denigratorie e ripetute sul corpo della bambina configurano body shaming punibile penalmente


La Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d’appello di Venezia nei confronti di un padre che aveva rivolto insulti alla figlia di 11 anni, definendola “cicciona” e “ripugnante”. Secondo i giudici, le frasi denigratorie reiterate, unite a episodi di violenza, hanno leso profondamente la personalità della minore, già in una fase di particolare vulnerabilità.
La Suprema Corte ha ribadito che gli epiteti offensivi rivolti in ambito familiare possono configurare il reato di maltrattamenti. A confermare il comportamento dell’uomo, oltre alla testimonianza della madre e della sorella, anche una relazione dei servizi sociali.
Il caso segna un passo significativo: ciò che un tempo era considerato “normale” conflitto domestico viene oggi riconosciuto come body shaming e trattato dalla giurisprudenza come una condotta penalmente rilevante.