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170 detenuti per 118 posti, allarme sovraffollamento al carcere dei Casetti di Rimini

Visita dell'Unione delle Camere Penali Italiane, focus anche sul fenomeno dei suicidi in carcere

A cura di Redazione
13 giugno 2025 14:38
170 detenuti per 118 posti, allarme sovraffollamento al carcere dei Casetti di Rimini -
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In occasione dell’Open Day delle Camere Penali, in corso di svolgimento a Rimini presso il Palacongressi, questa mattina (venerdì 13 giugno) una delegazione dell'Unione delle Camere Penali Italiane, con la partecipazione di quella di Rimini, ha effettuato una visita al carcere dei Casetti di Rimini. I partecipanti, accolti dalla Comandante Aurelia Panzeca e dalla responsabile dell’area educativa Laura Ungaro, hanno visitato le diverse sezioni dell’istituto penitenziario.

Tra i presenti vi erano alcuni membri dell’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali Italiane, tra cui gli avvocati Gianpaolo Catanzariti, responsabile dell’Osservatorio, Maria Brucale, Massimiliano Chiuchiolo, Lorenzo Parachini e Ninfa Renzini, nonché i membri della Camera Penale locale, tra cui gli avvocati Enrico Amati, Presidente della Camera Penale di Rimini, Annalisa Calvano e Sonia Raimondi, responsabili della Commissione Carcere.

L’obiettivo della visita, si legge in una nota, "è stato verificare le condizioni dell’istituto penitenziario di Rimini nell’ambito di un monitoraggio continuo sul territorio promosso dalle Camere Penali. Le condizioni dell’istituto riminese riflettono lo stato di criticità di molte carceri italiane, a partire dal problema del sovraffollamento, che nel carcere di Rimini raggiunge il 144%, con la presenza di 170 detenuti su 118 posti disponibili. Si prevede inoltre che, come ogni anno, nel periodo estivo i numeri di presenze siano destinati ad aumentare, raggiungendo livelli intollerabili. Si conferma anche la grave carenza di personale e la criticità di alcuni ambienti".

In particolare, "la prima sezione si presenta in condizioni di forte vetustà; si riscontrano tracce di umidità su pareti e soffitti dei locali destinati alle docce, mentre i bagni delle celle sono anche utilizzati come angoli cottura, comunicanti direttamente con le zone in cui si trovano i letti. Le precarie condizioni igienico-sanitarie rappresentano un rischio per la salute dei detenuti e contribuiscono ad aumentare la sofferenza legata alla condizione detentiva, configurando – come riconosciuto dalla magistratura di sorveglianza – una violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in materia di trattamento inumano e degradante".

"Il grave fenomeno dei suicidi in carcere in Italia, unitamente alla nota situazione di sovraffollamento, rende urgenti interventi in grado di alleggerire il carico umano delle carceri e l’ampliamento di misure alternative alla detenzione, volte a garantire che la pena rispetti i principi sanciti anche dalla nostra Costituzione", chiosa la nota.

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