Accordo Ue-Usa sui dazi al 15%, Coldiretti Rimini: "Un passo avanti ma non basta"

“Il vino e le produzioni trasformate sono tra i settori più vulnerabili all’aumento dei dazi"

A cura di Redazione
29 luglio 2025 13:40
Accordo Ue-Usa sui dazi al 15%, Coldiretti Rimini: "Un passo avanti ma non basta" -
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Il nuovo accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti che prevede dazi al 15% sui prodotti agroalimentari – rispetto all’ipotesi iniziale del 30% – rappresenta un passo avanti, ma non basta a proteggere pienamente le imprese del territorio. È quanto afferma Coldiretti Rimini, richiamando l’urgenza di misure compensative da parte dell’Unione Europea e chiedendo massima attenzione alle ricadute locali del nuovo assetto tariffario.

“Non possiamo accettare che a pagare siano ancora una volta le imprese agricole del territorio, che già fronteggiano rincari, instabilità climatica e concorrenza sleale – dichiara il presidente di Coldiretti Rimini, Guido Cardelli Masini Palazzi –. La provincia di Rimini conta su filiere di qualità che contribuiscono a definire l’identità della Romagna: parliamo di vino, olio, ortofrutta e formaggi, tutti potenzialmente colpiti dalla rimodulazione dei dazi. L’export è un asset fondamentale per le nostre aziende, e ogni freno commerciale rischia di mettere in crisi comparti chiave della nostra economia rurale.”

 Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, aggiornati al primo semestre 2025, l’agroalimentare riminese ha generato oltre 48 milioni di euro di export verso gli Stati Uniti, trainati principalmente da vino, conserve e trasformati. Si tratta di un incremento del 7,2% rispetto al 2024, a conferma della competitività del comparto e della sua centralità nelle dinamiche internazionali.

 “Il vino e le produzioni trasformate sono tra i settori più vulnerabili all’aumento dei dazi – aggiunge il direttore Alessandro Corsini –. Ci aspettiamo che l’Europa metta immediatamente in campo risorse di compensazione e strategie di valorizzazione delle nostre eccellenze. Serve anche una forte azione contro il fenomeno dell’Italian sounding, che negli USA continua a sottrarre valore alle nostre produzioni autentiche, con falsi come ‘romano cheese’ o ‘parmesan’.”

In un contesto economico già reso fragile da rincari e eventi climatici estremi, Coldiretti Rimini ribadisce la necessità che ogni accordo commerciale venga accompagnato dal rispetto rigoroso dei principi di reciprocità: nessun prodotto estero deve entrare nel mercato europeo se non rispetta gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali a cui sono sottoposte le imprese italiane.

Il vicedirettore Giorgio Ricci, con un focus più tecnico, sottolinea: “Serve un’attenta lettura della lista dei prodotti inclusi e esclusi dalle esenzioni. Le imprese locali chiedono certezze. Senza una reale tutela dei comparti a rischio, rischiamo di disperdere valore e posti di lavoro. I dazi non colpiscono solo l’export, ma creano effetti a catena sulle filiere di trasformazione, distribuzione e logistica.”

Come evidenziato anche da Coldiretti Emilia-Romagna, la regione esporta quasi un miliardo di euro di prodotti agroalimentari negli Stati Uniti, rappresentando il 12,7% del valore nazionale. Un dato che conferma quanto il territorio romagnolo – e in particolare la provincia di Rimini – sia esposto a ogni cambiamento nei rapporti commerciali transatlantici.

“Chiediamo alla Commissione UE di lavorare subito sulla lista dei prodotti esenti da dazio – conclude Cardelli Masini Palazzi. Il vino, ad esempio, non può restare escluso: sarebbe un colpo durissimo per i nostri produttori. Senza un’azione rapida e concreta, la fiducia delle imprese rischia di crollare.”

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