Adriatico sotto osservazione: il rumore umano e i suoi effetti sugli ecosistemi marini
Undersea, il progetto che studierà nei prossimi due anni l'inquinamento da rumore nel mare Adriatico

Undersea è l’acronimo di un progetto europeo di cooperazione transfrontaliera finanziato dal Programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027, iniziato lo scorso febbraio e che studierà nei prossimi 2 anni l’inquinamento da rumore causato dalle attività dell’uomo nel mare Adriatico, come i trasporti, il turismo, la pesca e le attività estrattive.
Sebbene l’inquinamento acustico sia meno noto e studiato rispetto ad altre forme di inquinamento esso rappresenta una problematica fortemente impattante per gli ecosistemi in quanto il rumore, propagandosi in acqua 4 volte di più che in aria, nuoce gravemente agli organismi marini.
Undersea capitalizza l’esperienza del progetto Soundscape che aveva per la prima volta registrato e mappato l’inquinamento acustico prodotto dalle attività antropiche in mare, ampliandone però l’area di studio: se il primo progetto, iniziato nel 2019 e concluso nel 2021, si era concentrato sull’Adriatico settentrionale registrando i suoni in maniera passiva e costante per la durata di un anno in 9 siti, questo secondo progetto implementa i dati in quest’area ma estende lo studio fino all’Adriatico meridionale per un totale di 18 siti di monitoraggio.
Inoltre il progetto cercherà di mettere in luce attraverso specifiche azioni pilota l’impatto del rumore prodotto dalle barche da pesca e del turismo all’interno della laguna di Venezia.
Spazio all’interno del progetto verrà dato anche alle attività di “bioacustica”: infatti uno degli obiettivi di Undersea sarà creare un atlante della vasta gamma di suoni emessi dai cetacei residenti in Adriatico. Questi mammiferi marini infatti sono noti per comunicare attraverso linguaggi molto complessi, che variano a seconda del gruppo sociale di cui fanno parte (come i “dialetti” umani).
La Sub Gian Neri – Gruppo di Protezione Civile odv supporta Fondazione Cetacea, partner del progetto Europeo responsabile delle attività di monitoraggio nelle acque dell’Emilia-Romagna, per le operazioni tecniche di messa in opera e recupero dell’idrofono, il potente strumento di registrazione dei suoni sottomarini.
Domenica 15 dicembre 2024 il personale di Fondazione Cetacea unitamente ai subacquei hanno posizionato lo strumento e iniziato le registrazioni che si protrarranno per un anno presso il sito scelto, che per questo progetto si trova all’interno dell’area di pertinenza del relitto della piattaforma Paguro al largo di Ravenna, a 20 metri di profondità. In occasione dell’uscita per il posizionamento dell’idrofono sono state rilasciate al largo di Rimini due tartarughe marine, Sam e Rachele, recuperate a seguito di una cattura accidentale in reti a strascico e curate presso il Centro di Recupero Cura e Riabilitazione gestito dalla Fondazione Cetacea a Riccione.