Affitti brevi, Corte dei Conti su aumento tassazione: "Rischio aumento del nero"
"Il rischio è che l’Erario diventi un finanziatore dei contribuenti morosi"
Le nuove misure previste nella legge di bilancio su affitti brevi e rottamazione potrebbero avere effetti indesiderati sui comportamenti dei contribuenti. È quanto emerge dall’audizione di Mauro Orefice, presidente del coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti, che ha illustrato oggi in Parlamento le valutazioni dell’organo di controllo sui principali provvedimenti della manovra. “La differenza di regime fiscale potrebbe incidere negativamente, incentivando il fenomeno delle locazioni brevi non dichiarate”, ha spiegato Orefice, commentando l’innalzamento dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26%. Una misura, ha aggiunto, che potrebbe spingere una parte dei proprietari verso l’economia sommersa, vanificando l’obiettivo di un gettito aggiuntivo per l’Erario.
Sul fronte della rottamazione, la Corte segnala ulteriori criticità. “La disciplina introdotta diverge parzialmente dai precedenti interventi normativi – ha osservato Orefice – perché limita la possibilità di ricorrere alla definizione agevolata ai soli casi nei quali il contribuente ha omesso il versamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto, comunque oggetto di dichiarazione, e agli accertamenti formali e cartolari sulle dichiarazioni”. Nonostante il perimetro della misura sia più circoscritto rispetto al passato, secondo la Corte dei conti restano aperti nodi strutturali: “L’intervento sconta, comunque, le criticità più volte sottolineate – ha proseguito Orefice – in particolare la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale, il rischio che l’Erario diventi un ‘finanziatore’ dei contribuenti morosi, incentivando l’omesso versamento come forma di liquidità, e l’incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica”.
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