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Allevamento Fileni, parte iter per tavolo tecnico: "Nessuno ci ha informato", accusa il consigliere Wild

Tavolo tecnico su allevamento Fileni: partito l'iter

A cura di Redazione
02 aprile 2025 17:06
Allevamento Fileni, parte iter per tavolo tecnico: "Nessuno ci ha informato", accusa il consigliere Wild - Lo stabilimento Fileni
Lo stabilimento Fileni
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È partito l’iter di costituzione di un tavolo tecnico dedicato all’allevamento Fileni alla Cavallara di Maiolo. Il primo passo è stata la firma di un apposito protocollo tra la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini, il Comune di Maiolo, l’Unione dei Comuni Valmarecchia, Ausl Romagna e Arpae.

La notizia ha colto di sorpresa il consigliere dell’Unione Valmarecchia Patrick Wild: “Nessuno ha informato me e credo nessuno degli altri consiglieri”.

“Verrebbe forse da dire meglio tardi che mai, per arrivare al protocollo abbiamo fatto mille sollecitazioni formali e non, ma in realtà in questo caso il detto non vale –evidenzia Wild – perché una volta ricevuta l’autorizzazione dalla Regione, nel silenzio delle istituzioni, i lavori allo stabilimento sono nel frattempo iniziati”.

Wild critica il sindaco di Maiolo Marcello Fattori, accusato di minimizzare le posizioni contrarie allo stabilimento “riducendole a una mera opposizione tra lui e il comitato Per la Valmarecchia” dipinto “come il fronte dei no a tutti i costi”.

In realtà, argomenta il consigliere, “questo fronte è ampio, vario e si estende fuori dal comitato, come dimostra la partecipazione alle varie iniziative promosse in questi anni”. Si tratta di “persone che abitano in Valmarecchia, dentro e fuori dal comune di Maiolo, in quelli adiacenti, che qui lavorano o comunque mantengono un forte legame con tutta la vallata”.

Wild ribadisce il proprio personale “no assoluto“. “Sono tutt’ora convinto – dice – che in questa vicenda sia stato sbagliato tutto fin dal principio. Sbagliato il modello di sviluppo che si vorrebbe imporre alla Valmarecchia, sbagliato l’approccio e la mancata condivisione con le comunità del territorio”.

Il tavolo tecnico non è considerato “la panacea di tutti i mali” ma “l’unica iniziativa concreta che avremmo potuto intraprendere”.

“Giunti a quel punto, la mozione approvata in consiglio dell’Unione nel 2023 impegnava infatti le istituzioni a conferire maggiori poteri a questo organo, nei limiti delle prerogative di un ente come l’Unione. Ora però, qualora si riuscisse a dare avvio alle verifiche richieste, capiremmo anche, come giusto che fosse, se ciò che è stato fatto, al di là come la possa pensare io o qualcun altro, è anche lecito secondo la legge e i vari regolamenti. Almeno questo!“, chiosa il consigliere.

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