Atto omofobo all'ospedale, Arcigay: "Chi sa, parli". Ausl: "Solidarietà alla vittima"

Scritta omofoba sull'armadietto di un dipendente, le parole di Ausl, Arcigay e dei sindacati

A cura di Riccardo Giannini Redazione
13 settembre 2025 16:04
Atto omofobo all'ospedale, Arcigay: "Chi sa, parli". Ausl: "Solidarietà alla vittima" -
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La Direzione dell’Azienda Usl Romagna, unitamente alla Direzione sanitaria dell’ospedale Bufalini di Cesena e suoi professionisti, esprime la sua più forte condanna per l’episodio di discriminazione omofoba verificatasi all’interno della struttura ospedaliera, con una scritta discriminatoria e lesiva rilevata sull’armadietto di un dipendente.

 "Vogliamo esprimere la nostra più totale solidarietà e vicinanza al dipendente coinvolto e assicurare che faremo tutto il possibile per fare luce sull’accaduto, valutando anche le possibili azioni legali da intraprendere. Riteniamo che la discriminazione e l’offesa non abbiamo alcun posto all’interno della nostra Azienda. Infatti da oramai due anni è attivo un tavolo di confronto e co-progettazione con tutte le Associazione della Romagna che lottano contro l’omofobia e a favore dei diritti delle persone Lgbtqia+. Nell’ambito di questo tavolo sono stati organizzati: una indagine conoscitiva sul benessere e sull’accesso ai servizi di prevenzione della popolazione Lgbtqia+., incontri con le associazioni per definire le aree di maggior criticità all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, e formazione del personale tramite corsi rivolti a tutte le categorie professionali. E’ quanto mai evidente che è importante continuare a lavorare su questi aspetti per garantire non solo un accesso ai servizi più equo e senza discriminazioni ma anche per assicurare un ambiente di lavoro più inclusivo e sicuro", le parole dell'Ausl.

Le reazioni di condanna del gesto

"Un fatto che in sé sembrerebbe una goliardata da caserma, ma che è grave perché rivela quanto accanimento ancora ci sia ovunque, perfino in ambienti di lavoro che dovrebbero essere dedicati alla cura delle persone più fragili e in difficoltà", dichiara Marco Tonti presidente Arcigay Rimini. "Se questo è quello che può succedere a un collega, figuriamoci come potrebbe comportarsi con una paziente trans o un degente gay, col figlio di una famiglia arcobaleno giusto per fare degli esempi della più semplice quotidianità. Sarebbe interessante che gli autori del gesto si facessero avanti e lo rivendicassero, se ne prendessero il merito per dimostrare di non essere solo vigliacchi che agiscono col favore delle tenebre per cercare di umiliare qualcuno. Ma questo non succederà, nella loro testa è solo una goliardata. Ma chi sa deve parlare, perché covare questi sentimenti di odio e disprezzo in un contesto di cura è davvero pericoloso", chiosa Marco Tonti.

Cisl Romagna e Cisl Fp Romagna condannano con ferma decisione il grave atto di omofobia che ha visto un dipendente dell’Ospedale Bnufalini di Cesena vittima di una scritta offensiva sul proprio armadietto. "Questo gesto, oltre a rappresentare una profonda mancanza di rispetto verso la persona coinvolta, è un affronto a tutti i valori di dignità e uguaglianza su cui si fonda un ambiente di lavoro sano e inclusivo. Il nostro pensiero e la nostra piena solidarietà vanno al collega che ha subito questa inaccettabile aggressione verbale. Non possiamo tollerare che un luogo di cura e assistenza diventi teatro di episodi di odio e discriminazione. Per questo, chiediamo con urgenza che l'Ausl della Romagna e le istituzioni preposte agiscano con rapidità e trasparenza per proteggere e supportare il lavoratore in ogni modo possibile, assicurando che non ci siano ulteriori ripercussioni personali o professionali. Identificare i responsabili di questo atto vigliacco e procedere con immediate e decise sanzioni disciplinari. Attivare percorsi formativi e iniziative di sensibilizzazione efficaci, per promuovere una vera cultura del rispetto e contrastare ogni forma di pregiudizio e bullismo all’interno delle strutture sanitarie. ​Il luogo di lavoro deve essere, prima di tutto, un luogo di rispetto. È nostra responsabilità, come sindacato e come comunità, garantire che ogni lavoratrice e lavoratore possa svolgere le proprie mansioni in un contesto sicuro e sereno, libero da qualsiasi forma di discriminazione".

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