Aumentata la condanna all'omicida del bilanciere: uccise il vicino, 23 anni di reclusione
Uccise il vicino di casa, condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione, in appello a 23 anni

Edi Zegarac, 54enne originario della Slovenia, ma cittadino italiano, è stato condannato in appello a 23 anni di reclusione.
L’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, il 12 gennaio 2022 uccise il vicino di casa, il 50enne Nicola Donadio, colpendolo alla testa con un bilanciere di ferro. Il 3 luglio del 2023, la Corte d’Assise di Rimini presieduta dal giudice Fiorella Casadei lo aveva condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 4 anni di libertà vigilata, non riconoscendo alcuna aggravante e tenendo presente la precedente richiesta di abbreviato dell’imputato, ne aveva applicato il beneficio dello sconto di pena anche se c’era stato dibattimento.
La sentenza di primo grado fu impugnata dalle parti civili, le figlie e la moglie di Donadio, rappresentate dagli avvocati Massimo Melillo e Stefano Caroli, e dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Questi, in primo grado, aveva contestato ritenendole sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa, chiedendo l’ergastolo per l’imputato. Una richiesta della pena massima supportata anche dal Procuratore Generale della Corte d’Appello.
La Corte di Bologna ha riconosciuto la sussistenza dei futili motivi e la minorata difesa eliminando lo sconto di pena goduto in primo grado per il rito abbreviato e ha condannato Zegarac a 23 anni.
L’avvocato Orrù annuncia ricorso in Cassazione: “Siamo convinti che non ci siano i futili motivi. Come affermato anche dal perito della corte d’assise a Rimini, dott. Ariatti, Zegarac aveva una capacità di intendere e di volere ridotta, non da incidere sull’imputabilità, ma che incideva sui motivi a delinquere: aveva reazioni spropositate a fronte di determinante provocazioni o altro”.
“Questo – prosegue Orrù – esclude i futili motivi”.