Autentica rarità nel centro storico di Reggio Emilia: gli stupefacenti chiostri che pochi conoscono

I Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia: rinascimento autentico e manierismo di Giulio Romano, oasi culturale con segreti da scoprire!

A cura di Redazione
16 agosto 2025 14:00
Autentica rarità nel centro storico di Reggio Emilia: gli stupefacenti chiostri che pochi conoscono - Foto: Caba2011/Wikipedia
Foto: Caba2011/Wikipedia
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I Chiostri di San Pietro rappresentano uno degli spazi storici e architettonici più sorprendenti del centro di Reggio Emilia. Si tratta di un antico complesso monastico benedettino, fondato nel Medioevo e profondamente trasformato nel XVI secolo, che oggi si distingue come esempio unico in Emilia-Romagna di convivenza tra architettura rinascimentale, stratificazioni storiche e rigenerazione urbana contemporanea.

Il Chiostro piccolo, progettato da Bartolomeo Spani nel 1524–1525, è considerato un gioiello dello stile brunelleschiano: eleganti colonne in arenaria rosa e grigia, capitelli corinzi scolpiti, pareti affrescate con motivi sacri e geometrici, riportati alla luce durante il restauro 2017–2019. Il Chiostro grande, avviato nel 1541 e terminato nel 1623, richiama invece lo stile manierista di Palazzo Te a Mantova e viene attribuito a Giulio Romano o alla sua scuola: presenta un piano nobile monumentale, bugnato a vista, nicchie con statue di santi benedettini realizzate dai fratelli da Lugano e una loggia superiore che corre per tutto il perimetro interno.

Storia e rigenerazione urbana a Reggio Emilia

Il monastero, dedicato originariamente ai santi Pietro e Prospero, venne fondato nel basso Medioevo, ma fu ricostruito a partire dal 1513 per ospitare i monaci benedettini all’interno della cerchia muraria. Per secoli fu un importante centro religioso, prima di essere soppresso nel 1797 durante l’occupazione napoleonica. Nei due secoli successivi, l’intero complesso venne riutilizzato per funzioni civili: fu tribunale, scuola, caserma e archivio notarile, subendo danni e alterazioni.

Il grande progetto di restauro e rigenerazione urbana, concluso tra il 2017 e il 2019, è stato finanziato attraverso fondi POR-FESR Emilia-Romagna e ha avuto come obiettivo la restituzione del complesso alla città. Oggi i Chiostri ospitano un hub culturale polifunzionale, con spazi espositivi, coworking, aule per workshop e il celebre festival Fotografia Europea, che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutta Italia. L’intervento ha previsto anche la realizzazione di un corpo architettonico moderno, che dialoga armoniosamente con il contesto storico, mantenendo volutamente visibili i segni del tempo e i “wounds” (ferite) del passato.

Arte, architettura e curiosità

Uno degli elementi più affascinanti del complesso è la convivenza di stili differenti. Il Chiostro piccolo incarna la razionalità geometrica e l’armonia del primo Rinascimento, con un equilibrio tra pieni e vuoti, luce e ombra. Il Chiostro grande, invece, racconta la teatralità del tardo manierismo, con giochi prospettici, decori esuberanti e una scenografica alternanza di spazi pieni e porticati. Le statue dei santi Bernardo e Benedetto, scolpite dai maestri ticinesi Bernardo e Francesco da Lugano, conservano espressioni severe e posture ieratiche.

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