Bagnina salva donna da annegamento, Arcigay: "Sofia l'eroina della vicenda è donna trans e va detto, ecco perché"
Marco Tonti, presidente Arcigay: "Cosa importante da far sapere, le persone trans sulla stampa associate solo alla cronaca nera
Qualche ora fa vi abbiamo dato notizia di un salvataggio nelle acque del mare di Riccione.
Notizia di una certa rilevanza: una vita umana a rischio, il prodigarsi di Sofia Scarparo, marinaio di salvataggio, la cooperazione con i colleghi Battelli e Milandri, a dimostrazione dell’incessante e puntuale attività svolta dai marinai di salvataggio per la salvaguardia dei turisti e dei bagnanti. Ma questo tipo di notizie sono importanti anche per richiamare l’attenzione degli stessi utenti delle spiagge.
A volte infatti sono comportamenti imprudenti come il bagno con la bandiera rossa a generare situazioni di pericoli (non è il caso della signora salvata questa mattina, precisiamo) ed è giusto raccontarlo.
Quando oggi vi abbiamo raccontato i fatti avvenuti nelle acque del bagno 37, abbiamo omesso un dettaglio che ci è stato riferito dalla stessa autrice del salvataggio: Sofia all’anagrafe si chiama Gianmaria. “Per me sarebbe anche importante citare che io, Sofia, sia l’unica e forse prima bagnina di salvataggio trans italiana”.
Abbiamo deciso di omettere questo dettaglio e ci scusiamo con Sofia per non aver tenuto in considerazione i suoi desiderata, ma ne approfittiamo per ringraziare lei e tutti i marinai di salvataggio per l’impegno profuso e i brillanti salvataggi operati nelle acque del nostro mare.
Sulla vicenda, per effettuare alcune precisazioni, è intervenuto anche Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, che evidenzia: “Sofia stessa ha ritenuto importante sottolineare la sua condizione di donna trans soprattutto per dichiarare la positività e l’inclusività della cooperativa in cui lavora da 5 anni”.
“È una cosa importante da far sapere – prosegue Tonti – perché spesso le persone trans sulla stampa vengono associate solitamente al mondo della cronaca nera, non di rado con espressioni e forme inadatte a rispettarne la dignità umana. In questo caso invece si racconta non solo di un caso positivo di cronaca ma si fa sapere che esistono ambienti lavorativi inclusivi e rispettosi”.
Tonti evidenzia che “molte persone trans” siano “discriminate sul lavoro, quando non pretestuosamente licenziate, e che comunque devono subire condizioni difficili da sopportare”.
“La storia di Sofia – evidenzia così – è importante per molte persone trans, giovani e meno giovani, perché ci mostra che un mondo migliore non solo è possibile ma esiste già oggi, e che bisogna prendere esempio per progredire sempre di più”.
“Rendersi visibili come persona trans senza ritrosie e con la forza di un’esistenza – chiosa Tonti – è un bellissimo gesto di amore e di supporto per tante persone che ogni giorno subiscono discriminazioni perché dona loro la speranza di poter aspirare a una vita libera e soddisfacente”.
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