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Biomax: approvata la riconversione, ma scoppia la polemica a Coriano

I residenti denunciano il mancato rispetto delle normative nazionali che impongono una distanza minima di 500 metri tra impianti del genere e le abitazioni vicine

A cura di Redazione
17 novembre 2024 11:24
Biomax: approvata la riconversione, ma scoppia la polemica a Coriano - L'espansione dell’impianto di Biomax vicino le abitazioni
L'espansione dell’impianto di Biomax vicino le abitazioni
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Ottobre 2023 aveva portato alla luce il via libera della Giunta comunale di Coriano, guidata dal sindaco Gianluca Ugolini e dalla sua vice Spinelli, al progetto di ampliamento della centrale Biomax situata a Sant’Andrea in Besanigo. Un’iniziativa che da subito aveva suscitato interrogativi e perplessità, ma che, fino ad ora, non aveva trovato una risposta chiara dalle istituzioni locali.

La situazione si è evoluta recentemente: il 7 novembre 2024, sull’Albo Pretorio del Comune, è stato pubblicato l’avviso di avvio della Conferenza dei Servizi decisoria per la riconversione dell’impianto da biogas a biometano, con una capacità produttiva pari a 500 Smc/h (standard metri cubi all’ora).

Tuttavia, nessun avviso pubblico è stato diffuso dal Comune per coinvolgere i cittadini in questa decisione, che potrebbe avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei residenti. Le preoccupazioni principali riguardano l’aumento dei cattivi odori, l’emissione di polveri sottili e il traffico di mezzi pesanti.

La mancanza di trasparenza ha sollevato critiche, soprattutto considerando le linee guida dell’European Biogas Association, che raccomandano un approccio partecipativo nella gestione di progetti di questo tipo. L’organizzazione sottolinea l’importanza di informare la comunità e raccogliere eventuali osservazioni o opposizioni, affrontando temi come sicurezza, rumore, viabilità e impatti ambientali. Un approccio che, secondo molti, in questo caso è stato ignorato.

A peggiorare la situazione, i residenti denunciano il mancato rispetto delle normative nazionali che impongono una distanza minima di 500 metri tra impianti del genere e le abitazioni vicine. A ridosso della centrale, infatti, si trovano palazzine abitate, apparentemente escluse da ogni considerazione nel progetto.

C’è poi la questione delle emissioni inquinanti: il nuovo impianto, secondo gli oppositori, aumenterà l’impatto ambientale attraverso l’emissione di composti organici volatili (COV), il traffico dei camion per il trasporto delle biomasse e il conseguente deterioramento delle infrastrutture stradali. Inoltre, non è chiaro se sia stato valutato l’effetto cumulativo delle emissioni con quelle già presenti in zona Raibano, dove si trovano altre sorgenti potenzialmente inquinanti, come l’inceneritore Hera e le fonderie.

Molti cittadini si interrogano su chi realmente beneficerà di questa riconversione, sottolineando come la salute pubblica e la tutela del territorio sembrino essere state messe in secondo piano. Le accuse alla Giunta sono chiare: troppo silenzio, poca trasparenza e una mancata tutela degli interessi collettivi.

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