Calo demografico in scuole e università, ma Rimini resiste

Le dichiarazioni di Chiara Bellini

A cura di Redazione
16 agosto 2025 09:16
Calo demografico in scuole e università, ma Rimini resiste - Repertorio
Repertorio
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Chiara Bellini, vicesindaca con delega all’università del Comune di Rimini, si esprime sul calo demografico che nei prossimi anni investirà le scuole e le università italiane.

Le dichiarazioni

I dati pubblicati da “Il Sole 24 Ore” sul calo demografico che investirà il sistema scolastico e universitario italiano nei prossimi anni sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Si parla di una perdita di un milione di studenti entro il 2034, con una proiezione di -38% di matricole universitarie entro il 2040. È una tendenza strutturale, che impone scelte coraggiose e visioni lunghe.

In questo contesto, Rimini rappresenta un’anomalia positiva. Il Campus riminese dell’Università di Bologna ha registrato una crescita costante negli ultimi dieci anni, passando da circa 4.000 iscritti nel 2015 a oltre 4.700 nel 2024/25. Ma il dato più significativo è quello degli studenti internazionali: erano circa 550 nel 2015, oggi sono oltre 760, con un incremento del 38%. Rimini è oggi uno dei poli universitari più internazionali del sistema Unibo, con corsi in lingua inglese come Pharmacy, Fashion Studies, Tourism Economics e Advanced Cosmetic Sciences, che attraggono studenti da Cina, India, Iran, Germania, Camerun e da tutta Europa.

Questo protagonismo non è casuale. È il frutto di una visione condivisa tra università, amministrazione comunale, unirimini e tessuto economico. Il Campus di Rimini non è solo un luogo di formazione: è un laboratorio urbano, un generatore di competenze, un motore di innovazione. Non a caso, accanto alle aule, ai docenti e ai corsi di laurea, come territorio abbiamo scelto di investire in infrastrutture strategiche. Il Tecnopolo di Rimini ne è l’esempio più concreto: un presidio di ricerca applicata e trasferimento tecnologico che nei prossimi tre anni sarà ulteriormente potenziato con 600 metri quadrati di nuovi spazi, già in fase di ampliamento grazie a un investimento pubblico di oltre 2 milioni di euro. È una scelta chiara: credere nella conoscenza come leva di sviluppo, e farlo con strutture all’altezza delle sfide globali, ma funzionali alla crescita locale. Così come i corsi di laurea, tutti fortemente legati al territorio: moda, turismo, benessere, salute, economia. E il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, nato nel 2012, è oggi un punto di riferimento nazionale.

Ma non possiamo adagiarci. Se vogliamo che Rimini continui a essere attrattiva per i nostri giovani e per quelli che arrivano da fuori, dobbiamo rafforzare il patto tra università e città. Le imprese e le amministrazioni del territorio provinciale devono continuare – e intensificare – gli investimenti nel Campus. Serve più ricerca applicata, più tirocini, più contaminazione tra sapere e fare. Serve una città che riconosca l’università come parte integrante del suo sviluppo.

Come docente universitaria e come amministratrice, vedo ogni giorno il potenziale che nasce nelle aule e nei Campus. E vedo anche la responsabilità che abbiamo come città: quella di costruire un ecosistema che non solo trattenga i talenti, ma li attragga. E in un tempo in cui il calo demografico rischia di svuotare le città di energie giovani, dobbiamo fare scelte coraggiose (investire in formazione, ricerca e qualità della vita) consapevoli di avere una responsabilità ancora più grande: costruire un ecosistema capace non solo di trattenerli, ma di attrarne di nuovi. Perché il futuro non si attende, ma lo si coltiva e prepara già oggi, se vogliamo non solo affrontare ma vincere la sfida imposta dal calo demografico.

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