Accusato di aver aiutato i rapinatori, bottino un Rolex: Carabiniere ottiene i domiciliari
La moglie dai domiciliari è ora libera. Il legale: "Miei assistiti estranei all'evento. Intercettazioni pericolosamente interpretabili"

Un 60enne Carabiniere, indagato per una rapina subita da un conoscente dell'uomo, è stato scarcerato: il gip Raffaella Ceccarelli ha accolto l'istanza promossa dal suo legale, l'avvocato Nicolas Cicchini, e ha disposto gli arresti domiciliari. Misura cautelare affievolita, mentre la moglie, a sua volta, ha visto accolta l'istanza dell'avvocato Cicchini e dai domiciliari è tornata in stato di libertà. La Procura si era opposta. Il prossimo 18 novembre la coppia sarà processata: il procedimento è una "costola" di un'indagine dei Carabinieri di Riccione su furti in abitazione, rapine, traffico e spaccio di droga compiuti da un numeroso sodalizio criminale.
Marito e moglie, a seguito di alcune intercettazioni, sono indagati per una rapina subita da un conoscente del Carabiniere, al quale fu portato via il Rolex da circa 40.000 euro. Secondo il teorema accusatorio, il 60enne avrebbe riferito a tre uomini albanesi, gli autori del colpo, gli spostamenti della vittima, con la quale aveva cenato, qualche ora prima della rapina. I rapinatori, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si rivolgevano al Carabiniere chiamandolo “Maresciallo”.
I due coniugi negano ogni accusa. Il 60enne sostanzialmente conoscerebbe solo uno degli albanesi indagati, frequentando il suo negozio di frutta e verdura e condividendo con lui la passione per gli orologi. La complicità nella rapina sarebbe sostanzialmente un equivoco: un messaggio mandato all’uomo albanese, ma il destinatario effettivo era la moglie. La donna sarebbe finita nei guai per un’altra intercettazione: al centro della frase “incriminata”, del denaro che secondo l’avvocato difensore non era quello della rapina, ma il rimborso dell’assicurazione dopo un incidente.
"Affronteremo il processo ma ribadisco che i miei assistiti siano estranei agli eventi. Le intercettazioni sono pericolosamente interpretabili", le parole dell'avvocato Cicchini che aggiunge: "Non possiamo dimenticarci i tanti casi di mala giustizia. Cito due casi: quelli di Gianni Fabbri ed Enzo Tortora".