Caso Paganelli: Barzan nella bufera si difende, presa di posizione della Camera Penale di Rimini

La Camera Penale di Rimini: "Qualora i fatti emersi dovessero risultare fondati, sarebbero di indiscutibile gravità

A cura di Redazione
07 dicembre 2024 09:45
Caso Paganelli: Barzan nella bufera si difende, presa di posizione della Camera Penale di Rimini - Il consulente legale Davide Barzan
Il consulente legale Davide Barzan
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Davide Barzan, consulente legale dei fratelli Bianchi nelle indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, è stato denunciato dall’indagato Louis Dassilva e dalla moglie Valeria Bartolucci.

Nel primo caso viene contestato, sia a lui che alla sorella Nunzia, avvocata, l’infedele patrocinio: i Barzan sono accusati in sostanza di aver inizialmente difeso una parte, per poi diventare avvocata e consulente della parte avversa senza il consenso del precedente assistito.

Barzan ha replicato alle accuse attraverso le colonne del Corriere di Romagna: “Dassilva non mi ha mai nominato suo consulente tecnico – dice – quindi manca il presupposto del reato di patrocinio infedele che, come prevede la legge, necessita che l’agente debba rivestire la qualifica o di consulente o di difensore”.

Per ciò che concerne la posizione della sorella, ha evidenziato: “È stata revocata dal mandato nel novembre 2023, Dassilva non era indagato quindi manca l’altro presupposto del reato, la pendenza del procedimento penale”.

In merito alla prima denuncia presentata dalla Bartolucci, la donna accusa Barzan di esercizio abusivo della professione di avvocato.

Sul punto interviene in una nota la Camera Penale di Rimini “in piena sintonia con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rimini”.

“Fermo restando – si legge nella nota – che il principio della presunzione di innocenza è assolutamente imprescindibile e connaturato all’azione dell’Unione delle Camere Penali, qualora i fatti emersi dovessero risultare fondati, gli stessi sarebbero di indiscutibile gravità, poiché lesivi delle prerogative difensive che spettano unicamente all’avvocato e, in particolar modo, al penalista, a tutela del sommo valore della libertà di tutti i cittadini”.

La vicenda, evidenzia la nota della Camera Penale di Rimini, “impone altresì di stigmatizzare le distorsioni prodotte dalla spettacolarizzazione della giustizia penale, con il rischio di devitalizzare le garanzie fondamentali della persona sottoposta al procedimento penale e di svilire il ruolo dell’avvocato difensore, il quale resta l’unico soggetto qualificato a presidio dei diritti fondamentali di ogni consociato”.

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