L’argomento Chiringuitos divide Confcommercio e Confesercenti Rimini. Tutto nasce da un intervento di Gianni Indino al Corriere Romagna: il presidente della Confcommercio riminese ha rilanciato la sua battaglia contro il ballo in spiaggia, precisando di non essere contrario ai Chiringuitos, ma di non voler vedere gli stabilimenti balneari trasformarsi in discoteche. La spiaggia non può rimanere aperta quasi tutta la notte e fare concorrenza ai locali, ha evidenziato Indino, puntando poi il dito verso le forme di abusivismo, verso “imprenditori senza scrupoli” che praticano “attività illegali”.
La spiaggia può benissimo diventare una discoteca, chiosa Indino, purché siano rispettati tutti gli adempimenti richiesti dalle normative, come l’ambulanza in presenza di oltre 1.500 persone. “Stesso mercato devono esserci le stesse regole, altrimenti è concorrenza sleale”, ha sottolineato Indino. Oppure è necessario porre dei limiti temporali all’apertura degli stabilimenti balneari. Prima l’aperitivo in spiaggia, poi la cena nel ristorante e il ballo nella discoteca.
Di parere opposto Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari Marina riminese di Confesercenti. “Sentire parlare di chiusura alle 21 – spiega – ci riporta a 20 anni fa, quando la spiaggia era buia, vuota e diventava terra di nessuno”. L’apertura di bar e locali sulla spiaggia è stata una mossa per cercare di superare questo problema e “restituire l’arenile ai cittadini e turisti”. “Oggi – evidenzia Pagliarani – bagnini, chioschisti e chiringuiti offrono anche un servizio d’ordine sulla spiaggia, dove l’accesso ai pubblici esercizi è consentito in base ai loro orari di apertura e non proibito dopo l’una di notte”.
Pagliarani non è d’accordo con il concetto di concorrenza tra Chiringuitos e discoteche: “Da un lato, per chi li osteggia, l’offerta dei chiringuiti in spiaggia farebbe concorrenza e arrecherebbe danno alle discoteche. Dall’altro però gli stessi che li osteggiano, osservano che i chiringuiti sarebbero frequentati soprattutto da ragazzi del posto, mentre i locali da ballo attirerebbero i turisti e una clientela con buona disponibilità economica grazie ai grandi nomi internazionali. Non vediamo dunque dove starebbe la concorrenza, visto che si tratta di segmenti diversi. Tra l’altro il modello delle discoteche è in crisi da anni e i locali da ballo faticano anche d’inverno”.
È invece inaccettabile, per Pagliarani, “l’accusa ai gestori dei chiringuitos di essere imprenditori senza scrupoli, perché sarebbe come affermare, solo per fare un esempio, che sono senza scrupoli gli imprenditori del mondo della notte, dato che la cronaca locale ci racconta di talune gestioni di locali non proprio cristalline”.
I riminesi comunque generano PIl: “Perché allora dovrebbero andare bene per ristoranti, bar, locali e discoteche, ma non nei chiringuiti in spiaggia?, si chiede Pagliarani.
Parole che provocano una replica di Gianni Indino: “Nelle discoteche non si può lavorare solo con i turisti. Un po’ come dire che i riminesi debbano andare nei chioschi a mangiare e non al ristorante. Il concetto è la concorrenza sleale”. Indino evidenzia: “Alla base ci sono le regole: senza regole nuove, rimangono vigenti quelle attuali. E quelle attuali non consentono dj e balli in spiaggia” .
Su quest’ultimo punto però Pagliarani è d’accordo: “Le norme vanno rispettate e fatte rispettare, senza timidezze da parte di chi deve controllare”. Ma, rileva Pagliarani, “la maggioranza di chi viene qui vuole stare all’aperto, ed è una tendenza che si è ancor più affermata dopo il Covid. Le regole devono poter rispondere alla domanda, senza doverla rincorrere. Non si può bloccare tutto”.
ric. gia.