Commercio, nel 2023 tra Rimini e Provincia perse 221 imprese

Commercio, 8366 le imprese attive nel riminese, nel 2023 perse 221 imprese

Commercio

Il tessuto commerciale della provincia di Rimini al 31 dicembre 2023 riflette un panorama complesso e in evoluzione, con un totale di 8.366 imprese attive nel settore, che costituiscono il 24,3% del totale nazionale e il 21,3% a livello regionale. Ma nel 2023 il saldo delle imprese è negativo, con una diminuzione, rispetto al 2022, delle iscrizioni e delle cessazioni d’attività.

Di seguito l’analisi dell’osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini.

Il report Provincia di Rimini

In provincia di Rimini, al 31 dicembre 2023, operano 8.366 imprese attive del settore “Commercio” che rappresentano il 24,3% del totale (21,3% in regione e 25,2% in Italia). La loro numerosità risulta in diminuzione (-2,8%) in maniera leggermente meno accentuata di quella rilevata a livello regionale (-3,0%) ma peggiore di quella nazionale (-2,1%).

Nel corso del 2023 in provincia sono state registrate 331 iscrizioni a fronte di 552 cessazioni (non d’ufficio), per un saldo negativo di 221 unità. Rispetto al 2022 sono diminuite sia le iscrizioni (-16,4%) sia le cessazioni (-6,0%).

Per ciò che riguarda la natura giuridica, il 63,6% sono imprese individuali, il 19,1% società di capitale e il 17,0% società di persone; rispetto al 2022 si rileva un incremento delle società di capitale (+3,0%) mentre risultano in flessione sia le imprese individuali (-4,1%) sia le società di persone (-4,0%). Il commercio al dettaglio in particolare è caratterizzato da una prevalenza di imprese individuali (68,5%) e da un’incidenza del 12,5% di società di capitale, il commercio all’ingrosso invece è costituito al 60,5% di imprese individuali e dal 27,6% di società di capitale (alle quali corrisponde ben il 71,9% degli addetti di tale settore).

Le imprese operanti nel commercio al dettaglio rappresentano la maggioranza del settore (55,5%) e rispetto all’anno precedente sono diminuite del 3,8% (-4,1% in regione e -2,6% in Italia).

In particolare, con riferimento alle principali tipologie di negozi specializzati (incidenza del 63,2% sul commercio al dettaglio e variazione del -3,4%), rispetto al 2022 si assiste, in ordine di importanza, ad una diminuzione della maggior parte di queste: -1,9% i negozi di abbigliamento, -1,5% le tabaccherie, -4,3% le ferramenta, -5,7% i negozi di calzature, -5,2% le edicole, -1,6% le farmacie, -2,5% i negozi di mobili, -5,7% le profumerie/erboristerie, -5,9% i negozi di frutta e verdura, -6,3% i fiorai/negozi per animali, -9,0% quelli di articoli sportivi, -6,1% i distributori, -5,1% le macellerie, -4,4% le pescherie e -16,0% i negozi di bevande. Aumentano, invece, i negozi di prodotti per la telefonia (+10,8%), le librerie (+11,1%) e le sanitarie (+15,8%).

Tra i negozi non specializzati, risultano in calo del 2,4% quelli con prevalenza di prodotti alimentari (supermercati), che rappresentano il 7,1% del commercio al dettaglio, e del -2,9% quelli non alimentari (grandi magazzini ed empori), che però hanno un’incidenza minore (2,8%).

Le imprese attive del commercio al dettaglio ambulante (incidenza del 18,3 sul commercio al dettaglio) sono diminuite del 9,0% (-11,7% a livello regionale e -4,5% in Italia).

Infine, in provincia aumentano dell’8,4% (in regione del +9,7% e in Italia del +9,0%) le imprese che svolgono e-commerce (sono il 7,5% del commercio al dettaglio).

Le imprese attive nel commercio all’ingrosso (34,4% del totale Commercio) registrano una diminuzione del 2,1%, compresa tra le variazioni negative registrate in Emilia-Romagna (-2,5%) e in Italia (-2,0%).

Infine, le imprese del commercio e riparazione di veicoli, che costituiscono il 10,2% del totale del settore in provincia, rilevano un leggerissimo aumento (+0,4%), rispetto alla sostanziale stabilità a livello regionale (-0,2%) e nazionale (-0,1%).

Gli addetti del Commercio nel suo complesso rappresentano il 17,7% del totale degli addetti; le imprese provinciali, poi, concentrano il 9,4% degli addetti regionali del settore. Le imprese attive del commercio al dettaglio occupano il 48,0% degli addetti totali del Commercio, quelle del commercio all’ingrosso ne occupano il 42,0% e le imprese attive nel commercio e riparazione di veicoli ne occupano il 10,0%.

L’analisi congiunturale, elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna, premesso uno scenario strutturalmente difficile e molto complesso che purtroppo prosegue da anni, rileva nel 2023 un lievissimo aumento medio delle vendite del commercio al dettaglio (+0,6%) determinato da variazioni trimestrali tendenziali positive nei primi tre trimestri (soprattutto nel primo e nel terzo) e da una diminuzione nel quarto. Tali variazioni, tuttavia, sono da valutare con attenzione in quanto anche il 2023 è stato caratterizzato da una spinta inflazionistica che ha gonfiato il valore delle vendite dei vari prodotti in maniera non omogenea.

In termini di variazione media annua 2023, si riscontra una stabilità per le vendite del commercio al dettaglio di prodotti alimentari e, sostanzialmente, anche per il non alimentare (+0,1%); si rileva, invece, un aumento (+4,2%) per le vendite negli iper, supermercati e grandi magazzini.

Secondo la dimensione delle imprese, le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno registrato una crescita media annua dello 0,2%, quelle della media distribuzione (da 6 a 19 addetti) un aumento dell’1,6% e, infine, quelle della grande distribuzione (imprese con almeno 20 addetti) una crescita dello 0,6%.

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