Conflitto russo-ucraino, Zelensky ammette le difficoltà: "Raid intensificati"
"L'Ucraina necessita di munizioni, difese aeree e coesione politica interna"
Non sono tempi facili per Volodymyr Zelensky. Sul fronte esterno, la pressione militare russa cresce giorno dopo giorno; su quello interno, gli scandali per corruzione erodono la fiducia nella leadership di Kiev. E sul piano internazionale, la nuova amministrazione Trump a Washington appare sempre più fredda e ambigua nei confronti della causa ucraina.
Secondo quanto riportato dal Kyiv Post, i consiglieri del presidente statunitense avrebbero esercitato pressioni per modificare una futura risoluzione delle Nazioni Unite: nel testo verrebbero rimossi i riferimenti alla necessità di garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina e di condannare l’occupazione russa della Crimea e delle regioni sudorientali. Due fonti diplomatiche americane citate dal quotidiano ucraino sostengono che la Casa Bianca vorrebbe eliminare qualsiasi menzione ai concetti di “aggressione” e “terre occupate”, nel tentativo di mantenere una linea di equilibrio con Mosca.
Intanto, i raid russi si intensificano lungo il fronte del Donbass e nel Sud del Paese. Zelensky ha ammesso che la situazione sia difficile e che l’Ucraina necessita urgentemente di "munizioni, difese aeree e coesione politica interna".
A complicare ulteriormente il quadro, emergono nuove accuse di corruzione nei confronti di un imprenditore vicino alla presidenza, che avrebbe ottenuto appalti militari milionari in cambio di favori politici. Lo scandalo rischia di minare la credibilità del governo in un momento in cui la fiducia dei cittadini e degli alleati è essenziale.
Il portale Ukrainska Pravda, in un editoriale, invita gli alleati europei a "non indebolire il sostegno a Kiev proprio quando il Cremlino punta sulla stanchezza dell’Occidente". Il tema sarà al centro del vertice dei ministri degli Esteri del G7, in corso in Canada, e del prossimo incontro dei ministri dell’Unione Europea previsto a Leopoli il 10 e 11 dicembre, dove si tenterà di rilanciare il processo di adesione dell’Ucraina e superare il veto ungherese.
Sul fronte opposto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato ai media statali che la conversazione con il suo omologo americano Marco Rubio è stata «buona e cortese». Mosca, ha aggiunto Lavrov, è "pronta a riprendere i lavori preparatori del vertice di Budapest", un chiaro segnale della volontà russa di riaprire i canali diplomatici, ma solo alle proprie condizioni.
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