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Trofeo Fratelli Anelli: una storia lunga 50 anni tra ciclismo e tradizione con la Coppa della Pace

La Coppa della Pace festeggia mezzo secolo: emozioni e ricordi nella serata di presentazione

A cura di Redazione
09 maggio 2025 09:33
Trofeo Fratelli Anelli: una storia lunga 50 anni tra ciclismo e tradizione con la Coppa della Pace -
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Saranno cinquanta quest’anno, ma il Trofeo Fratelli Anellili porta divinamente: alla serata di presentazione della 53° edizione Coppa della Pace,organizzata iera sera al ristorante Casa Zanni, non sono mancati i momenti di commozione riavvolgendo delicamente il nastro dei ricordi. Indietro tutta, fino al 5 settembre 1975 quando l’idolo di casa Alfio Vandi vinse quello che negli anni sarebbe diventato un appuntamento fisso, una delle competizioni più prestigiose (e più dure) nel panorama del ciclismo under 23.

“Quella del ciclismo è una passione viscerale che abbiamo da sempre in famiglia, dai tempi in cui tornando da Rimini ci fermavamo da Matteoni, sulla Marecchiese, a discutere delle imprese di Coppi e Bartali”, ha raccontato Alvaro Anelli, che davanti al sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti, all’assessore allo Sport del Comune di RiminiMichele Lari,al presidente del Coni Rodolfo Zavatta e a tutto il gotha del ciclismo romagnolo ha ricordato commosso i primi passi della storica manifestazione. Presente anche la consigliera regionale Alice Parmae alcuni ex campioni, tra cui l’indimenticato Claudio Chiappucci(uno tra i pochi a non aver mai partecipato alla corsa).

Il connubio con l’azienda F.lli Anelliinizia proprio nel 1975 (al tempo il sindaco di Santarcangelo era Romeo Donati), pochi anni dopo la prima edizione della Coppa della Pace, la corsa organizzata dallaPolisportiva Sant’Ermetee dal Pedale Riminesee di cui l’azienda, già punto di riferimento dell’edilizia riminese, era stata sin dagli esordi (1971) molto più di un semplice sponsor.  “In questi 50 anni non ci siamo mai fermati, nemmeno nei periodi di crisi nera dell’edilizia in cui sarebbe stato molto facile mollare”,ha rimarcato con orgoglio e la solita energia Anelli, oggi 85 anni.

Insomma, dalla prima storica vittoria di Alfio Vandiall’ultima del figlio d’arte Kevin Pezzo Rosolo,vincitore nel 2024, è trascorso mezzo secolo. Con 46 diversi vincitori, una sola doppietta (quella del riminese Davide Carli nel 1986 e 1987) e due soli anni di stop, l’ultimo nel 2020 a causa dell’emergenza da Covid. In mezzo una storia lunga cinquant’anni, con tanti giovani atleti che dalla famigerata Martella, la salita panoramica che collega Sant’Ermete all’incrocio con il ristorante Squadrani, sono arrivati a colpi di pedale a scalare le vette del grande cicismo internazionale: dal mito Marco Pantani a Paolo Savoldelli (che qui trionfò nel 1995, prima di vincere per due volte il Giro D’Italia nel 2002 e 2005), l’ex ct. della nazionale italiana Davide Cassani (oggi presidente di APT Servizi Emilia Romagna) fino aPaolo Bettini e Ivan Basso, anche quest’ultimo vincitore di due Giri. Ma anche campioni stranieri come lo sloveno Primož Roglič, il pistard britannico Ben Swift(vincitore nel 2008) e Richie Porte, che con la pettorina Trek-Segafredo arrivò poi terzo al Giro di Francia 2020.

Proprio l’ex campione Salvoldelli ha voluto omaggiare la storica corsa attraverso un video messaggio, con cui ha ringraziato la famiglia Anelli e ricordato quel giorno lontano di trent’anni fa. “Sono passati trent’anni da quel lontano 1995, ma ricordo bene quella giornata, il rettilineo finale, la vittoria in volata. Una delle poche della mia carriera”,sorride il Falco, come veniva soprannominato dai suoi tifosi.“Fu una giornata importante, della Coppa della Pace avevo già sentito parlare, che era una corsa che contava. Correvo per la Zalf e quel giorno era presente anche il patron Lucchetta, per cui c’era anche un po’ di stress. Grazie alla famiglia Anelli e a tutti quelli che collaborano alla corsa, senza di voi non avrei questi incredibili ricordi”.

Già, perché i ricordi non mancano. Entrare negli uffici di F.lli Anelli, tra le pareti tappezzate di foto e vecchi ritagli di giornale, è come vivere un deja vu nella storia del ciclismo mondiale. Tra i personaggi che la famiglia Anelli ricorda con più affetto c’è sicuramente anche Fabio Casartelli, il campione morto tragicamente sul Colle di Portet-d’Aspetdurante il Tour de France del 1995ea cui è simbolicamente dedicata la Coppa della Pace, ribattezza proprio in suo onore Memorial Fabio Casartelli. Nel 1992 la sua performance in terra santarcangiolese gli valse la qualificazione alle Olimpiadi di Barcellona, dove ad agosto avrebbe poi conquistato la medaglia d’oro nella prova in linea. “Quell’edizione della Coppa della Pace, preceduta il giorno prima da una speciale gara pre-olimpiaca, in cui gareggiò anche un certo Marco Pantani, fu determinante per la carriera di Fabio”, ci ha spiegato Alvaro Anelli. “In questi anni abbiamo tenuto a battesimo tanti atleti romagnoli che poi sono passati professionisti, da Glauco Santoni a Davide Carli, ma anche Cassani che è di Faenza”.

La Coppa della Pace 2025 si terrà il prossimo 1 giugno e Alvaro Anelli, a metà tra la provocazione e il sogno, ha voluto chiudere con un augurio che ha strappato applausi. “Per i 70 anni dell’azienda, quindi nel 2030, vorrei una tappa del giro d’Italia proprio qui. Se ai sém ancoura”, ha chiuso il patron, con la sua solita verve romagnola. E, conoscendolo, farà di tutto perché si avveri.

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