Crisi abitativa a Rimini: Potere al Popolo critica le scelte dell'amministrazione
Le soluzioni dell'Amministrazione tutelano gli interessi dei costruttori e non quelli dei cittadini

Il Comune di Rimini ha finalmente riconosciuto l’esistenza di un problema abitativo in Italia e, in particolare, nel territorio riminese. Due anni fa, in totale solitudine, Potere al Popolo aveva già denunciato l’emergenza casa attraverso una mobilitazione e la campagna “L’affitto è una rapina”, presentando dati, studi e inchieste sul tema. In quell’occasione, erano state avanzate proposte strutturali sulle politiche abitative, tra cui un piano per nuove case popolari e una tassazione sugli immobili sfitti e sulle piattaforme che gestiscono gli affitti brevi.
Secondo Potere al Popolo, l’Assessore Gianfreda ha scelto di ascoltare l’ANCE, la lobby dei costruttori edili, anziché dare voce ai cittadini. Di conseguenza, le soluzioni proposte dall’Amministrazione sarebbero orientate a tutelare gli interessi dei costruttori piuttosto che affrontare l’emergenza abitativa in modo equo e inclusivo.
Le dichiarazioni dell’Assessore alle Politiche per la Casa vengono giudicate da Potere al Popolo come errate. La proposta avanzata dall’Amministrazione e dall’ANCE, infatti, prevedrebbe la creazione di quartieri dedicati alle fasce più fragili della popolazione, con il rischio di generare situazioni di degrado e marginalizzazione. Inoltre, la responsabilità della crisi abitativa verrebbe scaricata sul governo centrale e sugli enti locali, favorendo al tempo stesso il profitto delle imprese costruttrici, che non avrebbero più l’onere dell’acquisto dei terreni.
Anche il riferimento a un “Piano Fanfani 2.0” viene ritenuto inadeguato, poiché il progetto INA-Casa fu un’iniziativa nazionale attentamente pianificata e supervisionata dallo Stato, con il coinvolgimento di architetti di prestigio. Al contrario, le recenti esperienze di urbanizzazione a Rimini, come nei quartieri di Viserba e Gaiofana, mostrano una qualità costruttiva discutibile.
In alternativa al Patto Comune-ANCE, Potere al Popolo propone alcune misure concrete: rendere il patrimonio immobiliare accessibile a residenti e lavoratori, disincentivando in modo deciso gli affitti brevi; recuperare le case popolari esistenti, attualmente sfitte e abbandonate a causa di una cattiva gestione da parte di ACER, evitando così ulteriore cementificazione; costruire nuove case popolari di qualità, con gestione e committenza pubblica; ed espropriare gli appartamenti sfitti appartenenti ai grandi proprietari immobiliari, tra cui banche, assicurazioni e speculatori.
Questo, secondo Potere al Popolo, rappresenta un vero piano casa, basato su un patto con i cittadini e non con la lobby dei costruttori.