Dai Liguri ai Romani: il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina custodisce storie millenarie
Nel cuore dell’Emilia-Romagna, il Museo Archeologico di Sarsina racconta il viaggio dai Liguri ai fasti di Roma imperiale.

Un gioiello nascosto tra gli Appennini dell’Emilia-Romagna
Immerso tra le colline dell’Appennino romagnolo, nel cuore di una terra antica e generosa, si trova un piccolo grande tesoro poco conosciuto dal turismo di massa ma capace di incantare chiunque vi si avventuri con animo curioso. Parliamo del Museo Archeologico Nazionale di Sarsina, situato nell’omonimo comune in provincia di Forlì-Cesena. Un museo che, nonostante le sue dimensioni contenute, custodisce testimonianze di eccezionale valore storico e culturale, degne dei più celebrati poli museali italiani.
Il museo è ospitato nell’elegante edificio che un tempo fu il convento dei Canonici Regolari Lateranensi, adiacente alla maestosa Basilica di San Vicinio, celebre meta di pellegrinaggio. Il contesto architettonico e spirituale che circonda il museo contribuisce a rendere la visita un’esperienza immersiva e fuori dal tempo. Varcando la soglia, si entra in un viaggio nella memoria, tra epoche lontane che ancora oggi parlano al presente.
Sarsina fu uno dei primi municipi romani dell’Emilia-Romagna, ma la sua storia affonda le radici in un passato ancora più remoto. Prima dell’arrivo dei Romani, la zona era abitata dai Liguri Sarsinates, una popolazione preromana di origini misteriose, che fu definitivamente sottomessa da Roma nel III secolo a.C. Questo intreccio tra civiltà arcaiche e romanità rende il territorio una fonte ricchissima di testimonianze archeologiche. Ogni sala del museo racconta una fase diversa di questo lungo cammino storico: si passa dai corredi funebri dei Galli, pieni di oggetti rituali e armi, fino ai fasti delle necropoli romane con le loro tombe monumentali.
Tra i reperti: una divinità colossale e tombe da brividi
Il cuore pulsante della collezione, il pezzo che più colpisce e affascina i visitatori, è senza dubbio la colossale statua di Ercole, scolpita in pietra calcarea e alta oltre tre metri. Ritrovata nella necropoli meridionale di Sarsina, questa figura imponente sembra unire in sé le credenze religiose locali con l’iconografia più classica dell’eroe romano. Il suo sguardo fiero e la potenza della sua forma evocano un mondo di miti, battaglie e protezione divina, e ne fanno un simbolo del museo stesso.
Intorno a Ercole, si sviluppa una collezione straordinaria per varietà e stato di conservazione: stele funerarie finemente incise, monete antiche di epoche diverse, frammenti architettonici che raccontano lo stile delle abitazioni patrizie, bronzetti votivi usati nei culti domestici, e un rarissimo sarcofago scolpito con scene della mitologia greca e romana, rinvenuto in un antico mausoleo familiare. Ogni oggetto sembra sussurrare una storia, rivelando aspetti intimi della società romana: riti religiosi, status sociale, idee sull’aldilà.
Di particolare suggestione sono anche i corredi tombali, spesso ritrovati intatti: elmi in bronzo, spade decorate, fibule in metallo e in osso, anfore e ceramiche finemente lavorate. Questi oggetti, oltre a testimoniare le pratiche funerarie, ci parlano di quotidianità, di commerci con altre regioni del Mediterraneo, di guerre ma anche di pace e prosperità. Ogni vetrina del museo diventa una finestra su un mondo perduto, e offre l’occasione di riflettere sulla complessità e sulla ricchezza della vita nell’antica Sarsina.
In definitiva, il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina rappresenta un esempio perfetto di come, lontano dalle mete turistiche più blasonate, si possano scoprire autentici gioielli della cultura italiana. Un luogo dove il silenzio delle antiche pietre racconta storie più forti di qualsiasi parola, e dove ogni visitatore può sentirsi parte di un’eredità millenaria da custodire e tramandare.