Dipendente accusato di furto: licenziamento nullo, il giudice ordina il ritorno al lavoro
Il lavoratore dovrà ricevere un'indennità inoltre il suo legale chiede risarcimento alla ditta

Dopo 16 anni di lavoro in una nota ditta di Rimini era stato licenziato, ma ha fatto ricorso alle vie legali: il giudice del lavoro ha dichiarato nullo il provvedimento e ordinato il suo reintegro sul posto di lavoro.
Il dipendente, assunto nell’aprile 2008, 16 anni dopo, nel marzo 2024, è stato licenziato per un presunto furto di merce all’interno dei magazzini. Assistito dall’avvocato Paolo Lombardini, ha fatto ricorso presso il Tribunale di Rimini, negando le accuse che gli erano state rivolte, sottolineando che nei 16 anni di lavoro non avesse mai ricevuto richiami o segnalazioni.
Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso, sottolineando che il legale rappresentante dall’azienda, rimasto contumace, non avesse provato la sussistenza della giusta causa di licenziamento.
Ora il lavoratore dovrà essere reintegrato in azienda e ricevere un’indennità di circa 30.000 euro, commisurata alla retribuzione; la ditta dovrà anche pagare 4600 euro di spese legali.
L’avvocato Lombardini ha chiesto un incontro ai vertici aziendali per discutere dei danni morali, materiali e anche relazionali, in quanto, evidenzia, “il licenziamento ha provocato sentimenti di sfiducia e imbarazzo in familiari, amici e conoscenti”.