Draghi sferza l'Ue: "Più debito comune per investire". Sulle auto green: "Impossibile zero emissioni nel 2035"

L’appello di Mario Draghi: “Nuova velocità o l’Europa resterà indietro”

A cura di Riccardo Giannini Redazione
16 settembre 2025 14:31
Draghi sferza l'Ue: "Più debito comune per investire". Sulle auto green: "Impossibile zero emissioni nel 2035" - Mario Draghi PH ANSA
Mario Draghi PH ANSA
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A un anno dalla pubblicazione del suo rapporto sulla competitività, Mario Draghi lancia un nuovo allarme da Bruxelles. «L’Europa si trova in una situazione più difficile – ha detto l’ex presidente della Bce –. Il nostro modello di crescita sta svanendo, le vulnerabilità aumentano e non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno».

Intervenendo alla conferenza “A un anno dal rapporto Draghi”, con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’ex premier italiano ha sottolineato come «cittadini e aziende europee apprezzino la diagnosi e le priorità, ma siano sempre più frustrati dalla lentezza dell’Ue». Draghi ha parlato apertamente di «compiacimento», denunciando la tendenza a «trovare scuse per questa lentezza» e invocando una «nuova velocità» con risultati «nel giro di mesi, non di anni».

Draghi ha ricordato che «gli Stati Uniti hanno imposto le tariffe più elevate dall’era Smoot-Hawley» e che la Cina è «un concorrente ancora più forte». L’Europa, ha aggiunto, «è limitata dalle sue dipendenze», a partire da quella militare verso Washington: «Abbiamo dovuto accettare un accordo commerciale in gran parte alle condizioni americane».

Secondo Draghi, il debito pubblico europeo è destinato a crescere di dieci punti percentuali nei prossimi dieci anni, arrivando al 93% del Pil, «sulla base di ipotesi di crescita troppo ottimistiche». Uno scenario che mette ulteriormente a rischio la capacità dell’Ue di investire.

Particolare attenzione è stata dedicata al settore automobilistico: «Gli obiettivi fissati dall’Ue si basano su presupposti che non sono più validi», ha affermato Draghi. La scadenza del 2035 per lo stop alle emissioni allo scarico, pensata per innescare un circolo virtuoso tra investimenti, innovazione e calo dei costi, «non ha prodotto i risultati attesi: batterie e microchip non si sono sviluppati in parallelo, rallentando la transizione».

Per affrontare le sfide future, Draghi ha rilanciato l’idea di un debito comune europeo, o di una coalizione di Stati membri, per finanziare «progetti più grandi nei settori che aumentano la produttività: innovazione, tecnologie su larga scala, ricerca e sviluppo per la difesa o l’energia». «L’emissione congiunta – ha chiarito – non creerebbe spazio fiscale dal nulla, ma permetterebbe all’Europa di agire come un attore unico e competitivo».

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