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Parco eolico Badia del Vento, Legambiente contro la Regione Emilia Romagna: "A loro piacciono metanodotti e rigassificatori"

Legambiente critica la richiesta di sospensione del parco eolico Badia del Vento presentato dalla regione Emilia Romagna

A cura di Redazione
30 aprile 2025 13:15
Parco eolico Badia del Vento, Legambiente contro la Regione Emilia Romagna: "A loro piacciono metanodotti e rigassificatori" - Badia Tedalda, pale eoliche
Badia Tedalda, pale eoliche
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“In uno scenario drammatico sia per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici nazionali, sia per gli impatti della crisi climatica sui nostri territori, la richiesta della Regione Emilia-Romagna alla Regione Toscana di sospendere l’iter di approvazione del provvedimento autorizzatorio per il parco eolico Badia del Vento suona a dir poco stonata”.

Legambiente Emilia Romagna e Toscana attacca la giunta regionale dell’Emilia Romagna, invitando a sostenere il processo di transizione ecologica, portando “minori consumi, un azzeramento delle emissioni che producono effetti sul clima e produzione di energia da fonti rinnovabili”.

“Emilia-Romagna e Toscana sono tra le regioni più colpite dagli effetti del cambiamento climatico negli ultimi anni: dalle prime alluvioni che hanno colpito il territorio romagnolo e il crinale tosco-romagnolo nel 2023 fino agli eventi più recenti del marzo 2025, che hanno interessato i due capoluoghi e il territorio circostante, è evidente l’effetto del riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas a effetto serra da parte delle attività umane“, evidenziano Stefano Ciafani, Fausto Ferruzza e Davide Ferraresi, rispettivamente presidente nazionale Legambiente e presidenti dei due comitati regionali interessati.

La transizione ecologica diventa fondamentale per contrastare il cambiamento climatico, pur essendo un processo complesso: “Ma per questo deve deve trovare il sostegno responsabile da parte delle Istituzioni e di ogni singolo rappresentante politico. Questo non sta però avvenendo nel caso dell’impianto eolico di Badia Tedalda, oggetto di una richiesta di sospensione da parte della Regione Emilia-Romagna nei confronti del procedimento autorizzativo in corso presso la Regione Toscana.”

Le motivazioni addotte dalla Regione Emilia-Romagna in sede di Conferenza dei Servizi sul parco eolico Badia del Vento comprendono ragioni paesaggistiche e preoccupazioni per gli impatti sull’avifauna.

Siamo consapevoli del fatto che gli impianti eolici portino a un mutamento del paesaggio cui siamo abituati, ma evitiamo di nascondere la testa sotto la sabbia – proseguono Ciafani, Ferruzza e Ferraresi – il cambiamento climatico ha già devastato l’Appennino tosco-romagnolo e c’è il rischio elevato che questi fenomeni si ripetano, a causa di un modello economico fondato sulle fonti fossili, che continua purtroppo a trovare alleati nei decisori politici che ostacolano le rinnovabili e scommettono su metanodotti e rigassificatori”.

Al contrario, argomentano “una transizione energetica fatta bene richiede un mix equilibrato di fonti, in cui eolico (onshore e offshore), fotovoltaico e agrivoltaico svolgono un ruolo essenziale e complementare. Bloccare quindi l’eolico sull’Appennino, anche quando gli impianti sono progettati correttamente e collocati nei pochi punti in cui la disponibilità di vento è adeguata, è incomprensibile se davvero ci si vuole impegnare in modo corale nel contrasto alla crisi climatica”.

Legambiente auspica al più presto un chiarimento e chiede un incontro alle due Regioni interessate: “Occorre chiarire al più presto quale sia la traiettoria della transizione energetica per un territorio così fortemente colpito dagli eventi climatici estremi. Servono leggi coraggiose per l’individuazione delle aree idonee e piani energetici regionali che consentano di arrivare al più presto a emissioni nette zero: più tempo aspettiamo, peggiori saranno le conseguenze meteoclimatiche che dovremo affrontare”.

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