Ex mulino di Saludecio demolito, Italia Nostra protesta: "Cento anni di storia cancellati in poche ore"
Nell'area verrà realizzato un nuovo asilo nido
L'ex mulino Zoli di Saludecio, alle porte del borgo storico, è stato demolito. Al suo posto verranno realizzati un nuovo asilo nido e una sala polivalente, per un investimento di 1 milione di euro tra contributi statali e risorse del Comune. La decisione però ha scatenato le proteste di Italia Nostra sezioni di Forlì, Valmarecchia e Ravenna, che in una nota evidenziano: "L’aggraziato edificio, antico di oltre cento anni, posto in un punto strategico del borgo di Saludecio, rappresentava una piccola ma preziosa testimonianza di archeologia industriale e venne acquistato poco dopo la sua dismissione da una illuminata precedente amministrazione comunale che auspicava la sua conservazione e la creazione di un polo culturale e documentale sulla storia dei mulini e sulle tradizioni agricole delle fertili vallate riminesi, al contempo aperta alle produzioni e alle attività contemporanee. Più di cento anni di storia cancellati in poche ore dalle ruspe, come si usa dopo un bombardamento". Italia Nostra avrebbe voluto vedere un progetto di riqualificazione del vecchio mulino: "Non sono lontani i tempi in cui amministrazioni comunali e regionali stilavano regolamenti urbanistici per consentire la conservazione non solo dei monumenti, ma anche del tessuto edilizio minore e degli antichi fabbricati rurali sparsi delle campagne, degni di essere conservati al pari dei palazzi, poiché custodi di forme funzionali e perfette create nel corso di centinaia di anni dalla sapienza dei mastri costruttori. Un patrimonio di cultura materiale immenso ed immagini da cartolina che rendevano aggraziato ogni borgo italiano, anche nelle sue parti più umili. Certamente il Mulino Zoli rappresentava la cartolina dell’ingresso principale a Saludecio, e, una volta recuperato, avrebbe fatto bellissima mostra di sé ed un ottimo servizio alla cittadinanza".
Oggi invece, attacca Italia Nostra, "la tendenza, nel brutale consumo di suolo, di materie prime e di memoria, figlia di amministrazioni e progettisti sempre più disattenti, poco preparati ed insensibili, e di costruttori insofferenti, è di azzerare tutto ciò che invece, fino a pochi anni fa, si cercava di conservare, recuperare, valorizzare. Dove dovrebbe sorgere un luogo per educare, lì si abbatte, si dimentica, si cancella per sempre, senza alcun rispetto per la storia e per chi l’ha scritta prima di noi".
Italia Nostra annuncia di aver inviato una richiesta alla Soprintendenza di Ravenna "per capire in base a quali elementi abbia potuto autorizzare l’abbattimento, dal momento che il Mulino, essendo di proprietà pubblica e decisamente antico, era vincolato per legge".
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