Femminicidio Cecchettin, il padre di Giulia: “Giustizia non placa il dolore, ma verità è stata riconosciuta”

Dopo la rinuncia all’appello sul caso Turetta, Gino Cecchettin invita a trasformare la sofferenza in consapevolezza

A cura di Riccardo Giannini Redazione
07 novembre 2025 13:51
Femminicidio Cecchettin, il padre di Giulia: “Giustizia non placa il dolore, ma verità è stata riconosciuta” - Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin
Condividi

“Non esiste una giustizia capace di restituire ciò che è stato tolto, ma esiste la consapevolezza che la verità è stata riconosciuta e che le responsabilità sono state pienamente accertate.” Con queste parole Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha commentato la chiusura definitiva del percorso giudiziario legato all’uccisione della figlia, dopo la rinuncia all’appello da parte della Procura generale di Venezia nei confronti di Filippo Turetta, condannato per l’omicidio della giovane.

“Come padre, ho scelto da tempo di guardare avanti, perché l’unico modo per onorare Giulia è costruire, ogni giorno, qualcosa di buono in suo nome”, scrive Cecchettin in una nota diffusa ieri.

Parole di grande compostezza e profondità, con cui il padre della ragazza, uccisa nel novembre 2023, ha voluto sottolineare il valore della pace interiore dopo un lungo percorso di dolore e di giustizia:

“Verrebbe naturale continuare a pretendere giustizia, a cercare ulteriori riconoscimenti della crudeltà o dello stalking. Ma continuare a combattere quando la guerra è finita è, in fondo, un atto sterile. La consapevolezza che è il momento di fermarsi è un segno di maturità e di pace, un passo che andrebbe compiuto più spesso.”

Per Cecchettin, la giustizia ha “il compito di accertare i fatti, non di placare il dolore”, un dolore che resta compito di chi sopravvive “trasformarlo in consapevolezza e memoria in responsabilità”.

Nel suo messaggio, Gino Cecchettin invita a ricordare Giulia non solo come vittima, ma come esempio di vitalità, intelligenza e libertà:

“Giulia merita di essere ricordata non solo per la tragedia che l’ha colpita, ma per ciò che ha rappresentato: la sua dolcezza, la sua intelligenza, la sua voglia di vivere e di amare in libertà. Il dolore non si cancella, ma può diventare seme.”

Infine, un appello rivolto a tutti:

“Mi auguro che impariamo a riconoscere e respingere ogni forma di violenza, e che la cultura del rispetto diventi un impegno condiviso, nella quotidianità e nelle istituzioni. Solo così il sacrificio di Giulia potrà generare un cambiamento reale, profondo e duraturo.”

Il padre di Giulia conclude ringraziando “tutti coloro che, in questo cammino difficile, mi sono stati accanto con rispetto, discrezione e affetto”.

“L’amore per Giulia continuerà ad accompagnarmi – scrive – come una guida silenziosa, ogni giorno della mia vita".

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail