Ferragosto 2024 in chiaroscuro sulle spiagge di Rimini: "Calo turisti? Non solo mucillagine"
Ferragosto a Rimini, il punto con gli imprenditori balneari, tra Mucillagine, calo dei turisti e Bolkestein

Di Riccardo Giannini
È arrivato il Ferragosto anche sulle spiagge di Rimini, momento clou di un’estate piuttosto complicata per gli imprenditori del settore balneare. Per molti di loro potrebbe anche essere l’ultima: incombono infatti i bandi che assegneranno le concessioni demaniali.
Bolkestein o non Bolkestein, la sensazione è che si sia già entrati in una nuova era. Rimini si popola tutto l’anno, grazie agli eventi, ma nella stagione estiva non c’è il solito “pienone”: e non perché si evochino nostalgicamente gli anni d’oro del turismo balneare, una “golden age” che non tornerà mai più per fattori socio-economici che non dipendono da Rimini.
È sufficiente, per toccare con mano le difficoltà degli operatori, il confronto con 5-6 anni fa. In tempi recenti incide in positivo il “Last Minute”, ma c’è anche una riscontrata tendenza ad accorciare la vacanza, in primis per il continuo aumento del caro vita. Prima il soggiorno in spiaggia durava dai 10 ai 15 giorni, poi 7, ora 3-4. Così nel weekend le spiagge “tengono”, a livello di presenze, nei giorni feriali invece c’è un colpo d’occhio ben diverso.

Ad ogni modo non solo è negativo il confronto con gli ultimi anni del pre Covid. Gli operatori della spiaggia di Marina Centro che abbiamo intervistato a campione, alla vigilia di Ferragosto 2024, hanno quantificato il calo di presenze in spiagge, rispetto a un anno fa, dal 10 al 15%. Qualcuno precisa che il calo potrebbe anche essere maggiore in alcune zone come Miramare. In quest’estate, a complicare le cose, si è ripresentato il problema della mucillagine: non pericolosa per l’uomo, ma certamente non la miglior cartolina per la spiaggia di Rimini.

“Però la settimana di Ferragosto è partita bene– spiega Mauro Vanni, titolare del bagno 62 e presidente di Confartigianato Imprese Balneari –ma è stata una stagione complicata e difficile. Speriamo che la mucillagine sparisca e ci permetta di fare un agosto, fino alla fine, con presenze importanti. Abbiamo lavorato finora, ma niente sold out”.

A Marina Centro, tendenza confermata dagli anni passati, si lavora molto con i clienti stagionali. Ma qualcuno inizia ad avvertire il calo anche tra i bagnanti riminesi.
“Il discorso mucillagine ha peggiorato la situazione– spiega la titolare del bagno 15– purtroppo molti non sanno che dalle 7 del mattino fino alle 13 il mare è una piscina, in quanto la mucillagine tende a scendere a riva”. Anche dal bagno 8 confermano questa sensazione: “La mucillagine influenza più i riminesi che i turisti. Il riminese l’ha subita da metà luglio e ora si è stancato”. “Le famiglie preferiscono portare i bambini in piscina –aggiunge la titolare del bagno 15 – oppure nell’entroterra, o nelle piscine o negli agriturismi. Così calano anche i riminesi sulle spiagge”.

Dal bagno 8arrivano sensazioni diverse, rispetto ai colleghi che abbiamo intervistato, a campione, in vista di questo ferragosto. “Da me non si è registrato un calo rispetto all’anno scorso, luglio e agosto sono andati abbastanza bene”.
La sensazione degli operatori è che il Parco del Mare e la relativa assenza di parcheggi abbiano portato un calo delle presenze sulle spiagge. E così anche a Ferragosto meno persone scenderanno dall’entroterra verso la spiaggia di Rimini.
La titolare del bagno 15 abbraccia questa tesi: “Dovevano farci un parcheggio in piazzale Boscovich. Abbiamo fatto una riunione con l’allora sindaco Gnassi, nel 2019, presente anche Jamil Sadegholvaad. Il parcheggio doveva essere pronto nel 2022. Mi sarei accontentato anche del 2023. E invece nulla. Ogni giorno perdo 10 ombrelloni. E poi anche quando fanno gli eventi ci sono problemi, quando chiudono al traffico il lungomare: è successo anche a un mio cliente con problemi di deambulazione, cammina con il carrellino. I vigili lo hanno bloccato e lo hanno costretto a tornare indietro. Spero abbia fatto causa al Comune di Rimini”.
Ferragosto a Rimini, incognita mucillagine
Tornando alla mucillagine, gli operatori delle spiagge di Rimini sono concordi nel ritenerla una brutta cartolina, ma l’impatto del fenomeno è letto diversamente.Per il titolare del bagno 81non ci sono state lamentele e disdette, né risultano esserci state negli alberghi di zona.“Secondo me il calo dei turisti quest’anno è dovuto al fatto che ci siano meno soldi. Ho amici con alberghi in Trentino e anche loro lamentano il calo. E non hanno la mucillagine”.
Dal bagno 66viene fatta una lettura diversa: “Gli alberghi magari saranno anche pieni, ma le spiagge no. I turisti con questo caldo rimangono nelle stanze con l’aria condizionata, in spiaggia non vengono perché poi non vogliono fare il bagno con la mucillagine e non possono rinfrescarsi”.

Dal bagno 42evidenziano“una disdetta per mucillagine”, ma sostanzialmente non sono state rilevate criticità. “Alla mattina si può fare il bagno tranquillamente – dice il titolare, riprendendo le parole della collega del bagno 15 – ma i video che stanno uscendo ora non fanno una buona pubblicità a Rimini, in vista del Ferragosto e non solo”.

Il titolare del bagno 19 vede il bicchiere mezzo pieno o comunque non del tutto vuoto: “Nonostante l’acqua bruttina, le cose stanno andando abbastanza bene“. Però è stata una stagione turistica “più fiacca del solito”, colpa anche di maggio e giugno: “Sono stati cancellati dal maltempo. Un giorno bello e cinque brutti”.
La situazione non ha penalizzato tutti, c’è anche chi ha lavorato maggiormente. Il titolare del Centro Noleggio Pedalò di Marina Centro registra un incremento delle proprie attività, partendo dalla mattina, quando il mare “è più limpido e più bello“, citando le sue parole, ma in generale “la gente usa di più i pedalò, per cercare spazi di acqua pulita. Nel famoso anno delle mucillagini, 1989-1990, il mio predecessore lavorò tantissimo”.

Ad ogni modo la mucillagine, pur non aiutando il turismo riminese, non può essere considerata la causa del calo riscontrato dagli operatori del settore. C’è la consapevolezza, tra gli addetti, che sia necessario intervenire per interrompere questo trend di calo delle presenze sulle spiagge di Rimini. “Il turismo tiene grazie alle fiere e agli eventi, ma quello balneare cala. Abbiamo lavorato più negli anni del Covid”, evidenziano dal bagno 73.
E anche Gabriele Pagliarani, tra i soci titolari del bagno 26, smorza il suo proverbiale ottimismo. Per il bagnino d’Italia, questa stagione turistica è un “Campanellino d’allarme“. Serve dunque un piano di rilancio.
“Abbiamo lavorato tantissimo nei weekend– commenta Pagliarani – però durante la settimana abbiamo avuto delle difficoltà. Bisogna aggiornarsi. Abbiamo la fortuna di avere delle spiagge immense e dei grandi alberghi. Bisogna mettere mano alla Riviera, cambiare predisposizione degli ombrelloni. Bisogna allargare gli spazi, andare più vicino alla battigia. E servono regole precise per i chiringuitos”.

Pagliarani precisa: “Non vogliamo togliere il lavoro alle discoteche. Mettiamo magari un orario preciso, oltre quell’orario non si balla più in spiaggia e si va in discoteca. Ma il cliente chiede di ballare. Ho fatto dei questionari, mi hanno detto: mi impedite di ballare, voglio divertirmi”.
Sia Pagliarani che Vanni, dal bagno 62, pongono l’attenzione sul turismo straniero, ritrovato dopo gli anni del Covid. Ma serve uno scatto significativo. Ed entrambi individuano nell’aeroporto Fellini un importante volano per la crescita del turismo dall’estero: “La Riviera rimane sempre apprezzata dal punto di vista balneare. Abbiamo però bisogno di aumentare le presenze turistiche, partendo dagli stranieri“, evidenzia Vanni. “Ma l’aeroporto non è ancora decollato”, prosegue. Immagine calzante.
Vanni riconosce le difficoltà del momento, ma respinge fermamente le critiche di chi collega il calo dei turisti, nella riviera riminese, ai prezzi non proporzionali al servizio fornito. “Gli italiani rimangono fedeli alla nostra spiaggia, perché il rapporto qualità-prezzo, con i servizi che diamo, è imbattibile. Chiunque ha girato, in Italia e all’estero, se ne rende conto. I nostri servizi sono eccellenti, a prezzi competitivi”.
In tema di servizi, è necessario però innovare. L’analisi di Gabriele Pagliarani è chiara, a partire dal mare: “Ci fa un po’ arrabbiare, ma io ho vissuto da bagnino il 1989 e il 1990, la mucillagine era molto peggio di adesso. Oggi poi il nostro mare è costantemente monitorato dai tecnici di Arpae e il nuovo sistema fognario di Rimini ha migliorato tantissimo la situazione. Ma dobbiamo sfruttare meglio il mare. Creare delle gare di Windsurf o di moto d’acqua. Poi fare qualcosa anche nelle vicinanze della spiaggia, magari le giostre. E poi, per la sicurezza, un presidio di guardia medica”.
Non va trascurato neppure l’entroterra, che oggi sembra fare concorrenza alle spiagge, offrendo piscine, verde e temperature meno roventi: “Dobbiamo sfruttarlo, il nostro entroterra, fare delle sinergie. Non è facile perché bisogna abbattere i muri di gomma”.
Servono dunque investimenti, occorre migliorare offerta turistica e servizi. Ma questa necessità si scontra con la grande incertezza dettata dalle future aste per l’assegnazione delle concessioni demaniali.
Ferragosto a Rimini, il futuro della spiaggia
Le concessioni balneari sono scadute e devono essere assegnate tramite asta. Una vera e propria rivoluzione attende le nostre spiagge, una rivoluzione che però, secondo le ultime indiscrezioni da palazzo Chigi, potrebbe “ritardare”. Il governo Meloni a settembre vaglierà le possibili soluzioni anche per evitare uno scomodo braccio di ferro con le istituzioni europee. In primo luogo i bandi di gara richiedono tempi tecnici che giustificherebbero una proroga al 31 dicembre 2025. Il Governo effettuerebbe una nuova mappatura delle spiagge, da completarsi entro il 30 aprile 2025.
Ma non solo: la proroga delle concessioni verrebbe estesa al 31 dicembre nelle Regioni con spiagge libere che occupano il 25% del totale della superficie, al 31 dicembre 2029 in quelle in cui la percentuale di spiagge libere è superiore al 25%.

Ci sarebbe molto più tempo per preparare nel migliore dei modi la rivoluzione delle spiagge. “Da concessionario per me le problematiche più grosse sono le tempistiche tecniche –spiega il titolare del bagno 81 – in quanto per fare determinate cose, servono determinati tempi. Per rifare uno stabilimento balneare dalla A alla Z servono due mesi di tempo. Le proroghe darebbero tempo per fare tutto”.
In generale, sulle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, c’è grossa prudenza da parte degli operatori delle spiagge riminesi.
“Prendiamo tutto con le pinze– spiega Mauro Vanni – finché non c’è il sigillo dell’Europa sono solo chiacchiere, non c’è nulla di concreto. Ci sono le elezioni in Autunno, non commento le uscite che ci sono adesso, ne ho sentite di tutti i colori. Comunque senza l’accordo con l’Europa, qualunque uscita dei politici da Roma non ha valore”.
Al Governo viene comunque chiesto di tutelare le imprese balneari esistenti “che hanno investito la loro vita e la loro attività in un settore, fidandosi delle leggi dello Stato”. E va tutelata“la microimpresa: in bandi e gare le microimprese che oggi gestiscono gli stabilimenti balneari non possono competere con investitori esterni che hanno altre attività, interessi, altri business”.
Molti esprimono preoccupazione per l’arrivo delle multinazionali in spiaggia. Uno svantaggio anche per il cliente, precisano dal bagno 81: “Con le multinazionali salteranno le convenzioni per gli stagionali o per chi è ospitato dall’albergo. Non solo verrà meno l’ospitalità romagnola: verrà meno anche il prezzo convenzionato”. Ad ogni modo la re-distribuzione delle concessioni potrebbe comunque portare rincari.
“Io vivo la spiaggia da anni – prosegue il titolare del bagno 81 –e Rimini ha equilibri molto delicati. Verranno certamente fatti investimenti, la spiaggia verrà ricostruita. Ma gli investimenti devono essere recuperati: abbiamo l’esempio di Jesolo, dove c’è stato un significativo rialzo delle tariffe”.
E a proposito di tariffe, gli imprenditori della spiaggia colgono l’occasione per respingere le accuse mosse dall’opinione pubblica, che spesso vede i bagnini come soggetti che accumulano ingenti ricchezze, che fanno pagare oro i loro servizi senza pagare le tasse.
“Il canone demaniale lo scorso anno è aumentato del 25%, quest’anno ha avuto un ulteriore rincaro del 10% – evidenzia la titolare del bagno 15 – e vorrei precisare che non è vero che noi paghiamo 4000 euro di canone demaniale. Io ne pago 10.000 con solamente 20 metri di frontale. Poi pago Imu su ombrelloni e cabine, pago il salvataggio, 4 dipendenti. La gente non sa tutte le spese che abbiamo”.
“Abbiamo tutti fatto i sacrifici– aggiunge il titolare del bagno 42 – e la gente invece pensa che non li facciamo. Ora con le aste rischiamo di lasciare quello che ci siamo costruiti piano, piano. E adesso non possiamo investire: non sappiamo nulla del nostro futuro”.
Gli imprenditori balneari sono invece pienamente concordi su un punto: il Governo deve decidere. “Vogliamo una soluzione definitiva– spiegano dal bagno 73– e che siano aste con o senza rimborso, lo decidano: purché appunto si decida”.