Il Fellini Museum racconta la storia di Castel Sismondo
Il progetto realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna
Il percorso nell’immaginario di Federico Fellini si intreccia con il racconto dell’affascinante storia di Castel Sismondo. Grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna – Dipartimento di Beni culturali, da oggi i visitatori del Fellini Museum avranno uno strumento in più per approfondire le antiche vicende della rocca malatestiana che oggi ospita il progetto espositivo dedicato al Maestro. Lungo il percorso sono stati infatti posizionati alcuni pannelli informativi, a cura della professoressa Elisa Tosi Brandi e delle studentesse Claudia Corvo e Sara Zoppellaro, che aiuteranno i visitatori a riconoscere le poche e preziose tracce rimaste della storia del castello, leggendole dentro il contesto urbano e narrativo di Rimini e dentro l’allestimento del museo.
Tre i focus, a partire dal racconto di Castel Sismondo come residenza fortificata “moderna”. Il castello nacque per volontà di Sigismondo Pandolfo Malatesta come residenza fortificata in posizione strategica, pensata per controllare la città e il porto, con soluzioni difensive molto avanzate per l’epoca (bombarde, fossato “stellare”, torri rinforzate, sistema idrico contro gli assedi). Questa targa informativa aiuterà quindi a leggere le tracce ancora visibili nel castello e ricorda anche la possibile consulenza di Filippo Brunelleschi nella sua progettazione.
Una seconda targa informativa mostra come Castel Sismondo nasca sopra edifici più antichi dei Malatesta: una casa con torre e poi un grande palazzo signorile di cui si conserva ancora il portale originario, unica traccia di architettura residenziale medievale a Rimini. Le indagini archeologiche hanno inoltre messo in luce la porta occidentale trecentesca della città e le mura del XIII secolo che seguono l’andamento di quelle romane: elementi che fanno capire come il castello si inserisca in una lunga storia urbana, riusando e inglobando strutture precedenti.
Il terzo pannello ripercorre le trasformazioni di Castel Sismondo dopo la fine della signoria malatestiana: da dimora affrescata a roccaforte pontificia, poi caserma, magazzino del sale e carcere comunale nell’Ottocento. Ricorda anche gli interventi e i progetti documentati – dalle proposte di ammodernamento di Leonardo da Vinci alla pianta di Antonio da Sangallo il Giovane – e arriva fino al Novecento, quando Fellini descrive la “Rocca” come prigione piena di ladruncoli e ubriachi, affacciata su un piazzale di circhi: immagini che riaffiorano nelle prime sequenze del film I clowns.
Grazie a questo progetto, Castel Sismondo torna a raccontare se stesso dentro il Fellini Museum: il visitatore può così scoprire, accanto ai sogni e alle visioni del regista, la lunga storia del castello, delle sue mura e dei suoi cambi di funzione, in un dialogo continuo tra patrimonio storico-archeologico e immaginario cinematografico.
“Si aggiunge così un tassello fondamentale alla narrazione di Castel Sismondo - sottolinea l’assessore alla cultura del Comune di Rimini, Michele Lari – restituendo al pubblico la storia del luogo che accoglie il Museo Fellini. Una storia lunga, complessa e affascinante. Grazie al lavoro con l’Università di Bologna, e in particolare con la professoressa Elisa Tosi Brandi e le giovani studiose Claudia Corvo e Sara Zoppellaro del Dipartimento di Beni culturali, possiamo farlo con rigore scientifico e con un linguaggio chiaro”.
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