Il gigante che dorme tra le nuvole: il monte Reggio Emiliano tra panorami e leggende incredili
Scopri Monte Cusna, la “seconda vetta” dell’Appennino settentrionale in Emilia‑Romagna: storia, leggende e panorami spettacolari.

Monte Cusna, con i suoi 2 121 m, è la seconda cima più alta dell’Appennino settentrionale, superando quota 2 000 m solo dopo il Monte Cimone. Situato nella provincia di Reggio Emilia, nel territorio dei comuni di Villa Minozzo e Ventasso, si erge come uno “uomo disteso”, visibile sin dalla Pianura Padana e noto per il suo profilo leggendario, soprannominato “Il Gigante” o “L’uomo morto”. Questo massiccio non è solo vetta, ma vero e proprio terrazzo naturale sull’Appennino tosco-emiliano, custode di storia, biodiversità e mistero.
Un gigante tra storia e leggende
Il profilo del Cusna, formato da quattro vette (tra cui le anticime Sasso del Morto e La Piella), popola l’immaginario locale sin dall’antichità. La leggenda più suggestiva racconta che, in tempi remoti, un gigante si posò sul monte per dare riparo ai pastori locali: alla morte, il suo corpo si trasformò nel massiccio stesso, mentre le sue lacrime divennero i primi ruscelli, tra cui il torrente Secchiello. Il nome “Cusna” rimane avvolto nel mistero, e talvolta è associato alla forma robusta e massiccia della vetta, riflesso dell’antica occupazione come “gigante” naturale.
Natura, rifugi e panorami da record
Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, di cui Monte Cusna fa parte, custodisce foreste millenarie, tra cui l’Abetina Reale, habitat di faggi, abeti e conifere secolari. La montagna è un paradiso escursionistico: con dislivelli di oltre 1 100 m, collegamenti a sette rifugi CAI (Cesare Battisti, Bargetana, Segheria, San Leonardo, Monte Orsaro, Peschiera Zamboni) e sentieri panoramici (623, 625), è meta ambita da giugno a ottobre.
Dalla vetta, in giornate limpide, si intravedono Alpi Apuane, Corsica, Elba, Mar Tirreno e, naturalmente, la Pianura Padana e il Mare Adriatico, regalando una vista a 360° mozzafiato. Fauna e flora completano il quadro: marmotte, cervi, cinghiali, oltre a specialità botaniche come fioriture alpine e radure d’alta quota come i Prati di Sara.