Il gigante sconosciuto dell’Appennino reggiano e la foresta di conifere secolari
Scopri Monte Ventasso in Emilia Romagna: il suo bosco di conifere secolari e il lago glaciale incantano escursionisti e amanti della natura.

Un massiccio che domina l’Appennino reggiano
Il Monte Ventasso, con i suoi 1.727 metri di altezza, è una delle cime più iconiche dell’Appennino settentrionale e si trova interamente in provincia di Reggio Emilia. La montagna fa parte del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ed è caratterizzata da una vegetazione che alterna faggi e conifere secolari, offrendo uno scenario naturale unico in Emilia Romagna. Le sue pendici conservano boschi rigogliosi che ospitano abete bianco e rosso, specie introdotte nei secoli per scopi forestali e oggi parte integrante del paesaggio.
Il Ventasso domina la valle del Secchia e la valle dell’Enza, offrendo panorami spettacolari sulle altre vette dell’Appennino e sulla Pianura Padana. I sentieri escursionistici che lo attraversano, ben segnalati dal CAI, permettono di esplorare il massiccio sia d’estate che d’inverno, quando diventa meta per attività come ciaspolate e scialpinismo.
Il Lago Calamone e l’antica leggenda
Ai piedi del Monte Ventasso si trova il suggestivo Lago Calamone, di origine glaciale, situato a quota 1.397 metri. Questo specchio d’acqua, circondato da prati e boschi di conifere, è una delle mete più amate dagli escursionisti. La sua formazione risale all’ultima glaciazione e rappresenta un raro esempio di lago di circo glaciale nell’Appennino settentrionale.
Una curiosità documentata riguarda proprio questo lago: secondo una leggenda popolare, nelle sue acque si rifletterebbe il profilo del Monte Ventasso e chi riesce a vederlo intero avrà fortuna per l’intero anno. Questo racconto, trasmesso oralmente dalle comunità montane, è diventato parte del fascino escursionistico del luogo, tanto da essere citato nelle guide naturalistiche e nei percorsi didattici del parco.
Biodiversità e valore naturalistico
La zona del Monte Ventasso rientra nella Rete Natura 2000 ed è considerata un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) per la ricchezza di habitat forestali e prativi. Qui trovano rifugio specie come il capriolo, il cervo, il lupo appenninico e numerose varietà di rapaci. I boschi di conifere secolari non solo rappresentano un ecosistema prezioso ma anche un patrimonio storico, frutto di secolari pratiche di gestione forestale.