Il maestro del torrone riminese: "Da noi si mangia solo a Natale, all'estero tutto l'anno"
Il torrone è tradizionale delle feste italiane. Sara Dolciaria produce oltre 130 gusti

di Riccardo Giannini
Nel giorno di Natale sulle tavole degli italiani non può mancare il torrone, uno dei dolci tipici. Ed è proprio una tradizione prettamente italiana quella di servire questo dolce solo nel periodo delle festività: “Assolutamente sì. Noi italiani abbiamo la cultura del torrone e del panettone, che consumiamo solo nel periodo natalizio. All’estero, soprattutto Francia, Germania e Olanda, lo mangiano tutti i giorni, sia il torrone che il panettone, come dolce tipico italiano”.
A spiegarci ciò è uno dei maestri riminesi del torrone, Gianfranco Umberti, che con la figlia Sara e la la cognata Marinella gestisce “Sara Dolciaria“, impresa familiare e artigianale nata nel 1990 che si trova sulla strada Marecchiese, a Sant’Ermete.
Umberti infatti nei primi anni duemila ha iniziato a esportare i suoi prodotti all’estero: “Ed è stata la nostra fortuna, altrimenti avremmo solo un periodo di produzione molto ristretto. Con le esportazioni in Europa possiamo lavorare tutto l’anno“, evidenzia. Da una parte il Passaparola che funziona davanti alla qualità, dall’altra un certo impegno nella promozione, attraverso fiere come il Tuttofood a Milano.
Oggi Sara Dolciaria impiega, oltre ai titolari, anche 9 dipendenti. Nel 2025 l’azienda festeggerà i primi 35 anni di vita, ma l’esperienza nel settore dolciumi, per Gianfranco, è nata in precedenza: “Mio padre faceva l’ambulante, vendeva la frutta in spiaggia e io lo aiutavo. Poi siamo diventati ambulanti di dolciumi. Facevamo le fiere, poi dopo abbiamo iniziato a produrre il torrone per l’ingrosso. Siamo partiti con pochissimo e con grande passione abbiamo proseguito sul cammino della produzione-ingrosso”. Un cammino che ha avuto un tappa fondamentale rappresentata appunto dall’apertura di Sara Dolciaria.

Ma i riminesi che tipo di torrone prediligono? “Oggi ne produciamo tre tipi: morbido, duro e anche quello senza zucchero. Ma l’85-90% del torrone è quello tenero”. Tradizione, ma anche innovazione, perché i classici hanno ancora una certa attrattiva (quello bianco mandorlato oppure ricoperto di cioccolata), ma in vetta alle preferenze ci sono quello al pistacchio e soprattutto al caramello salato (“All’estero lo chiamano al burro salato“).
“Ma noi abbiamo in produzione oltre 130 gusti: siamo gli unici in Italia ad avere questi numeri. Abbiamo ad esempio il torrone al tiramisù, ai frutti di bosco. Poi creiamo etichette personalizzate. Abbiamo molta fantasia, non solo sulla creazione dei gusti”, sorride Gianfranco. Un sorriso che non viene intaccato al momento dai rincari delle materie prime: “Il cacao ha registrato un +300%, ma fortunatamente avevamo dei contratti con i fornitori a prezzi decenti. Per quest’anno siamo riusciti a stare bene, però temo che con la Pasqua sarà più difficile”.
