Il Natale estivo di Riccione non è piaciuto a tutti: "Banalizzata ricorrenza importante"
"L'evento estivo ha svuotato il Natale delle sue radici cristiane": l'affondo di alcuni commercianti di Riccione Paese

"Natale a Ferragosto: quando il marketing vince sulla tradizione (e il commercio ci rimette)". Così alcuni commercianti di Riccione Paese intervengono in una nota, commentando l'evento "Summer Christmas", organizzato dal Comitato Riccione Paese. Il Babbo Natale in bermuda e i fiocchi di neve ad agosto non hanno raccolto consensi unanimi, come si evince da questa nota. Tra le criticità emerse, il calo di incassi registrato da alcuni commercianti, con punte del 40%, "disagi per le strade chiuse e allestimenti improvvisati" e anche, lamentano i commercianti autori della protesta, una situazione di scarsa sicurezza: "Impianti elettrici improvvisati: fili volanti, prese fissate al pavimento con lo scotch, quadri elettrici artigianali piazzati senza barriere né protezioni, alla faccia della sicurezza e del rispetto per i bambini".
I commercianti attaccano: "L'evento ha suscitato un’ora d’interesse, trasformando l’antico borgo in un luna park natalizio fuori stagione, arricchito perfino da messaggi esoterici, tarocchi e letture di carte, come se per rendere magica l’atmosfera servisse aggiungere un tocco da fiera dell’occulto". Oltre alla criticità emerse, è anche il messaggio della festa a finire nel mirino: "Ma viene spontanea una domanda: davvero stiamo celebrando una tradizione oppure stiamo solo allestendo un set fotografico per i social, giusto per qualche selfie e una storia su Instagram? Il Natale non è una festa qualunque: è la celebrazione della nascita di Gesù Cristo, il cuore della nostra fede e cultura. Porta con sé il messaggio della speranza, dell’umiltà, dell’amore verso il prossimo. Alcuni cittadini e commercianti si chiedono se trasformarlo in un evento estivo, svuotato del suo significato spirituale, non equivalga a banalizzarlo e a tradire le radici cristiane che da secoli danno identità alla nostra comunità".
La nota prosegue con una riflessione che gli autori evidenziano sia stata fatta "sulla coerenza e sul rispetto delle nostre radici cristiane, sulla sicurezza e sull’ascolto di chi lavora ogni giorno per tenere vivo il paese": "Negli ultimi anni si è assistito a una lenta erosione dei simboli cristiani: crocifissi tolti dalle classi dei nostri figli per non offendere, presepi sostituiti da installazioni inclusive, perfino proposte di modificare la nostra alimentazione mediterranea per rincorrere altre usanze, e ora il Natale trasformato in un evento estivo da villaggio vacanze, con tarocchi e pendolini inclusi. Tutto viene normalizzato, tutto diventa folklore. Il risultato? Una generazione senza radici, senza fede, dove tutto è spettacolo e nulla è sacro".
Infine, l'affondo conclusivo: "Forse è arrivato il momento di porsi una domanda scomoda: chi organizza queste feste e chi dovrebbe rappresentare il paese ha davvero la capacità di farlo? O sta delegando a persone senza le competenze necessarie? Vogliamo continuare così, in questa agonia, o iniziare finalmente a costruire eventi che rispettino le tradizioni, la fede e il lavoro di chi vive Riccione Paese ogni giorno?".