Il Papa esalta "valore culturale e sociale del cinema": "Le istituzioni non lo abbandonino"

Le sale cinematografiche in difficoltà: l’appello del Papa al mondo del cinema

A cura di Riccardo Giannini Redazione
15 novembre 2025 12:38
Il Papa esalta "valore culturale e sociale del cinema": "Le istituzioni non lo abbandonino" - Papa Leone PH ANSA
Papa Leone PH ANSA
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Le sale cinematografiche stanno vivendo una fase di profonda erosione, che le sta progressivamente sottraendo alla vita quotidiana di città e quartieri. A denunciarlo è stato il Papa, nell’udienza dedicata al mondo del cinema, sottolineando come l’intero settore – e con esso l’esperienza della visione collettiva – attraversi un momento di fragilità che non può essere ignorato.

Molti, ha ricordato il Pontefice, temono che l’arte cinematografica e il rito condiviso della sala siano oggi seriamente in pericolo. Per questo ha rivolto un invito diretto alle istituzioni: “Non rassegnatevi. Cooperate per affermare il valore sociale e culturale di questa attività”. Per il Papa, infatti, il cinema non è solo intrattenimento, ma un luogo capace di generare comunità, dialogo e bellezza.

Un auspicio che il Pontefice ha espresso con parole cariche di significato: “Che il vostro cinema resti sempre un luogo d’incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace. Che non perda mai la capacità di stupire, continuando a mostrarci anche un solo frammento del mistero di Dio”.

Nel suo discorso, il Papa ha sottolineato il ruolo cruciale degli artisti nel dare forma alla speranza in un’epoca segnata da incertezze e fratture: “La nostra epoca ha bisogno di testimoni di speranza, di bellezza, di verità: voi con il vostro lavoro artistico potete esserlo. Recuperare l’autenticità dell’immagine per salvaguardare e promuovere la dignità umana è nel potere del buon cinema e di chi ne è autore e protagonista”.

Il Pontefice ha anche invitato registi e sceneggiatori a non distogliere lo sguardo dalle ferite del nostro tempo: “La violenza, la povertà, l’esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi”.

Dare voce ai sentimenti più complessi e contraddittori dell’essere umano, ha ribadito, è una responsabilità e insieme un atto d’amore: “L’arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti ad esso”.

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