Investimenti, boom nel 2021 ma poi frenata: imprese romagnole caute ma solide

Presentato a Rimini il primo report dell’Osservatorio sugli investimenti

A cura di Riccardo Giannini Redazione
12 dicembre 2025 13:46
Investimenti, boom nel 2021 ma poi frenata: imprese romagnole caute ma solide - Investimenti, denaro REPERTORIO
Investimenti, denaro REPERTORIO
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La Romagna si distingue per un approccio agli investimenti guidato dalla solidità strutturale delle aziende piuttosto che dalle fluttuazioni di breve termine. Questo è uno dei messaggi chiave emersi durante la presentazione del primo Report dell'Osservatorio Investimenti, nato dalla collaborazione strategica tra la Camera di commercio della Romagna e l'Università di Bologna - Dipartimento di Scienze Aziendali, che si è tenuta giovedì 11 dicembre a Rimini nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio.

L'evento è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e ha visto, dopo i saluti istituzionali del presidente della Fondazione, Paolo Pasini, gli interventi di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna e di Marco Maria Mattei, direttore della sede di Rimini del Disa (Dipartimento di Scienze Aziendali). Sono seguite, l’intervista ad Antonio Patuelli, presidente Abi, e le conclusioni del Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla. Ha moderato l’incontro la giornalista Federica Mosconi.

L’incontro pubblico di condivisione dei dati, che ha visto la presenza di rappresentanti istituzionali, accademici e del tessuto economico, ha reso evidente il valore di questo progetto innovativo che ha caratteristiche di originalità nel panorama italiano mirato all'osservazione strutturata e qualificata di una dimensione strategica, soprattutto nello scenario attuale. Investimenti efficaci e innovativi sono infatti la chiave non solo per la competitività e la crescita ma soprattutto per un vero sviluppo.

I risultati dell'analisi

Il report analizza l’evoluzione degli investimenti delle imprese in Emilia-Romagna nel quinquennio 2020-2024, un periodo segnato da shock senza precedenti: dalla pandemia al successivo rimbalzo del Pil (+8,9% nel 2021), fino alla crisi energetica del 2022 e alla conseguente vampata inflazionistica.

L’analisi è basata su un dataset di oltre 500.000 osservazioni, di cui circa 84.000 relative alle province di Forlì-Cesena e Rimini, ed evidenzia una forte corrispondenza nelle tempistiche di investimento tra livello regionale e locale. Entrambe le aree mostrano gli stessi trend, ossia una rapida espansione nel 2021 e una successiva contrazione nel 2022. Tali evidenze indicano che le imprese romagnole hanno reagito agli shock esterni (pandemia e ripresa) nello stesso modo e nello stesso momento delle altre imprese emiliane.

Le province di Forlì-Cesena e Rimini rappresentano per numero di imprese circa il 16% del tessuto imprenditoriale regionale. Rispetto al resto dell’Emilia-Romagna, dominata dalla manifattura pesante (49% degli investimenti), l’economia romagnola mostra una vocazione differente. Pur mantenendo una base manifatturiera solida (31,6% degli investimenti), la Romagna destina quote molto superiori al commercio (21,6% contro il 12% regionale) e alle attività immobiliari e turistiche. Invece, le imprese locali rispecchiano tendenzialmente la distribuzione regionale per classi dimensionali, con il 77% delle aziende classificate come microimprese, ma si osserva una percentuale leggermente inferiore di grandi imprese (0,76% contro il 0,95% della regione).

Per quanto attiene alla dinamica degli investimenti, mentre i grandi poli industriali (Bologna in primis, seguita da Modena) muovono i volumi in assoluto maggiori, le imprese romagnole sorprendono per l’intensità dei loro sforzi. In particolare, nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, sono le piccole imprese a registrare la maggiore incidenza degli investimenti rispetto al proprio attivo, superando in proporzione le grandi aziende. Questo indica che, nonostante risorse minori, le piccole realtà romagnole per crescere destinano agli investimenti importi proporzionalmente maggiori rispetto al loro attivo aziendale.  Ciò, tuttavia, non toglie che siano le grandi imprese a determinare in modo decisivo l’ammontare complessivo di investimenti effettuati.

L’anno 2024 – sulla base dei dati attualmente disponibili – sembra chiudersi con una flessione generalizzata degli investimenti in regione. Nonostante ciò, Forlì-Cesena mostra una maggiore resilienza, mantenendo livelli di investimento più in linea con in trend storico, in controtendenza rispetto al calo osservato nei grandi poli come Bologna.

L’analisi econometrica suggerisce poi che le imprese romagnole adottino un comportamento diverso – o più eterogeneo – rispetto alla media regionale. Mentre in Emilia-Romagna gli investimenti sono guidati dalla crescita delle vendite, dalla redditività e dalla leva finanziaria, a Forlì-Cesena e Rimini l’unica determinante robusta è la dimensione aziendale. Tale dato suggerisce un approccio più prudente: gli imprenditori romagnoli appaiono meno reattivi alle fluttuazioni di breve termine (come picchi di liquidità o crescita temporanea del fatturato) e pianificano gli investimenti basandosi principalmente sulla solidità della dimensione aziendale.

Dall’analisi è emerso anche che la misura della rivalutazione dei beni agevolata (D.L. 104/2020) ha avuto un impatto positivo e significativo sugli investimenti, funzionando da volano per la ripresa. Tuttavia, la misura ha premiato soprattutto le imprese più grandi e strutturate. In Romagna, l’effetto del beneficio fiscale aggiuntivo appare meno definito rispetto al dato nazionale, probabilmente a causa della minore numerosità del campione analizzato, che rende più difficile cogliere l’effetto statistico della leva fiscale.

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