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Quando a San Giuliano Mare la musica segnava l’inizio dell’estate: La Cappa festeggia 70 anni

Lo storico ristorante-pizzeria La Cappa di Rimini festeggia 70 anni di attività con un evento giovedì 19 giugno

A cura di Redazione
15 giugno 2025 05:30
Quando a San Giuliano Mare la musica segnava l’inizio dell’estate: La Cappa festeggia 70 anni - Ristorante La Cappa di Rimini
Ristorante La Cappa di Rimini
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di Riccardo Giannini

"Non chiamatela festa: sarà un concerto, un momento pensato per ringraziare le persone che ci hanno seguito in questa avventura". Massimo Buldrini, 60 anni, è il titolare del ristorante La Cappa, uno dei locali storici della città di Rimini. Giovedì 19 giugno, dalle 21.40, per festeggiare i 70 anni di stagioni estive de La Cappa, è in programma uno speciale evento nel giardino dell'Hotel delle Nazioni: "Il comitato turistico, che ringraziamo, ha deciso di dedicarci questo appuntamento, questa serata del 19 giugno, con il concerto dei Savana Funk. È un traguardo che, oggi come oggi, non è da poco, 70 anni sempre la stessa famiglia e stesso luogo", evidenzia il ristoratore. 

La famiglia Buldrini, il padre e gli zii di Massimo, fondarono "La Capannina" nel 1954 a San Giuliano. Due anni dopo si spostarono nell'attuale sede: il ristorante era anche un locale da ballo, un'attività stagionale, che accoglieva da aprile a ottobre tantissimi turisti, italiani e stranieri. "Quando si sentiva la musica a San Giuliano Mare, iniziava la stagione estiva", sorride Buldrini. Ed era una stagione estiva diversa:"Prima era settimanale o addirittura mensile. Adesso è il fine settimana. I turisti arrivano venerdì, poi la domenica sera ripartono". 

RistorantLa Cappa di Rimini
RistorantLa Cappa di Rimini

Quest'anno sono così 70 anni di "aperture" della bella stagione, anche se dall'estate 2002 La Capannina, cambiato il proprio nome in La Cappa, non è più locale da ballo, ma solo un frequentatissimo ristorante e pizzeria. In quell'occasione si è anche registrato il passaggio di consegne tra Massimo e il padre. "Per me sono 45 anni di lavoro, anzi 48 considerando quando da giovanissimo facevo il lavapiatti", sorride il ristoratore. 

Quarantacinque anni di lavoro e tanti cambiamenti affrontati. "Ci dobbiamo dimenticare di come era la ristorazione 40-50 anni fa, ma anche 20 anni fa. Adesso abbiamo altri problemi rispetto ad allora: quello maggiore è la burocrazia. A livello di collaboratori e dipendenti, è sempre più fatica trovare persone qualificate e disponibili, che accettano di lavorare il sabato e la domenica. Alla Capannina facevamo le 5 di mattina, c'era chi veniva a chiedere la pizza a quell'ora(dopo la discoteca, ndr). Adesso chiudiamo alle undici e mezza". 

Buldrini si tiene comunque stretto il suo staff, la sua famiglia: in passato, prima del Covid, aveva ricevuto offerte per cedere il locale. Tutte respinte al mittente:"Ne ho avuto parecchie, di offerte, mi avevano fatto proposte ma sapevo in partenza che i miei collaboratori sarebbero stati a casa. Non mi è sembrato giusto lasciare a casa persone con cui ho rapporti di lavoro da 20 o 30 anni". 

Tornando invece ai cambiamenti affrontati da ristoratore, sono stati significativi quelli che hanno riguardato la cucina, l'offerta culinaria da proporre ai propri clienti: "Prima era importantissima la sostanza, oggi è in secondo piano, va più il discorso estetico. Nove volte su 10 il piatto viene fotografato: conta più postare quello che si mangia, che mangiare, capire il sapore e conoscere la storia del piatto. Ogni portata ha poi il suo piatto (inteso il recipiente, non la pietanza, ndr)". Non sempre il cambiamento è negativo:"La cucina prima era molto più elementare, tradizionale. Una volta i piatti erano una decina: gli spaghetti, i maccheroncini pasticciati, i tortellini alla boscaiola, poi i maccheroncini alle canocchie e gli spaghetti allo scoglio. Era la tradizione della cucina romagnola, la cucina di pesce di Rimini".

Oggi invece i cuochi rielaborano i piatti della tradizione:"Sì, potendo attingere ai nuovi prodotti. Oggi l'avocado è come un pomodoro, 40 anni fa era difficile da reperire. La proposta è differente perché l'approvvigionamento delle materie prime è cambiato con la globalizzazione". 

E per festeggiare questi 70 anni, che regalo vorrebbe Buldrini? "A livello personale potrei dire niente, a livello aziendale vorrei che fossero riconosciute dalla burocrazia determinate situazioni, che si premiasse chi è concreto. La burocrazia è penalizzante: avere una partita da più di 5 anni è penalizzante. Il mercato vuole società e partite Iva aperte al massimo da 3 anni, per non avere problemi. Sembra che lo Stato richieda la mancanza di serietà. Essere puntuale ai pagamenti e ai propri impegni, invece di essere un valore aggiunto è un punto penalizzante sotto certi aspetti". 

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