La cattedrale piacentina che sfida i secoli e custodisce un arcano sospeso tra cielo e affreschi

Il Duomo di Piacenza, capolavoro romanico, custodisce affreschi del Guercino e una cripta segreta che incanta con il suo mistero.

A cura di Redazione
09 ottobre 2025 18:00
La cattedrale piacentina che sfida i secoli e custodisce un arcano sospeso tra cielo e affreschi - Foto: Parma1983/Wikipedia
Foto: Parma1983/Wikipedia
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Il Duomo di Piacenza, conosciuto come Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, è uno dei massimi esempi di architettura romanica in Italia. Situato nel cuore dell’Emilia Romagna, non è soltanto un edificio religioso: è un monumento che ha sfidato il tempo, i terremoti, le guerre e i mutamenti della storia, trasformandosi in un simbolo di fede, potere e arte. Ma al suo interno si cela un particolare sorprendente che lascia senza fiato chi solleva lo sguardo verso la cupola.

Una cattedrale imponente che domina la città

La costruzione del Duomo iniziò nel 1122 e durò oltre un secolo, fino al 1233. Già dalla facciata si comprende la sua imponenza: il rivestimento in marmo rosa di Verona e arenaria gialla conferisce alla chiesa un aspetto severo e solenne. I tre portali scolpiti accolgono i fedeli sotto lo sguardo di figure bibliche e simboliche, mentre il rosone centrale illumina l’interno con un gioco di luci che da secoli accompagna le liturgie.

All’interno, la navata centrale si slancia in altezza e crea un effetto scenografico imponente. Colonne possenti e capitelli decorati sorreggono volte che ancora oggi raccontano la maestria degli artigiani medievali. È qui che Piacenza volle affermare la sua grandezza, dotandosi di una cattedrale che non avesse nulla da invidiare a quelle delle altre capitali dell’Emilia.

L'arcano

Se la struttura architettonica è grandiosa, il vero segreto del Duomo si trova nella cupola, affrescata nel XVII secolo dal genio di Guido Reni, Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino e Ludovico Carracci. Qui, in uno spazio sospeso tra terra e cielo, si dispiega un ciclo pittorico di rara intensità: profeti, sibille e figure bibliche sembrano animarsi e accompagnare lo sguardo del fedele verso l’alto.

L’effetto illusionistico è sorprendente: le figure si stagliano come se fossero vive, avvolte da una luce che amplifica la spiritualità del luogo. La cupola diventa così un ponte tra il mondo terreno e quello divino, un trionfo di colore e movimento che ancora oggi rappresenta uno dei capolavori assoluti del barocco italiano.

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