La commedia italiana in mostra: a Rimini Sandrelli e Vanzina celebrano Alberto Sordi

Inaugurata al Grand Hotel la mostra “Alberto Sordi, maschera di un Vitellone”

A cura di Redazione
31 luglio 2025 13:49
La commedia italiana in mostra: a Rimini Sandrelli e Vanzina celebrano Alberto Sordi -
Condividi

Sono stati due grandi protagonisti del cinema italiano, Stefania Sandrelli e Enrico Vanzina, a inaugurare ieri (30 luglio) la mostra “Alberto Sordi, maschera di un Vitellone”.

Alla presenza del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e dei ‘padroni di casa’ Simona Ventura e Giovanni Terzi, il taglio del nastro ha dato il via alla 6a edizione dei salotti estivi “La Terrazza della Dolce Vita”.

Curata da Marco Dionisi Carducci, con la supervisione della collaboratrice di Sordi, Paola Comin, la mostra è un magnifico viaggio nella commedia italiana, partendo dallo stretto legame di amicizia tra Alberto Sordi e Federico Fellini, con un omaggio all’impareggiabile carriera dell’attore romano fra fotografie, bozzetti, oggetti personali, locandine, sceneggiature, costumi e contributi audiovisivi.

Un percorso che esplora l'incredibile carriera, lunga sessant’anni, del mattatore della Commedia Italiana, rafforzata da anni di gavetta grazie alle esperienze alla radio, nel teatro di rivista e nel doppiaggio, che hanno reso l’attore, a partire dagli anni Cinquanta, l’indiscusso “Colonnello della commedia all'italiana”.

Al servizio di grandi registi, Sordi ha costruito successi entrati di diritto nell'immaginario collettivo e nel gergo del nostro paese, attraverso scene e battute diventate di dominio pubblico. Ancora oggi, a distanza di decenni, l'esclamazione “lavoratori..”, tanto per fare un esempio, è citazione frequente.

L’inconfondibile forza espressiva attoriale di Sordi -a partire da “I vitelloni” di Federico Fellini a quel Nando Mericoni nato da Steno in “Un giorno in pretura” e consolidatosi nell'iconico “Un americano a Roma”; oppure “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli, che con i suoi leggendari scherzi per poco ci rimette la testa- viene raccontata attraverso la selezione di decine di fotografie provenienti da archivi istituzionali e privati.

Si mettono in evidenza quelle caratteristiche espressive proprie del ‘vitellonismo' che, partendo dal film di Fellini, saranno comuni in molti dei lavori successivi di Sordi: da “Un giorno in pretura” a “Un americano a Roma”, da “Due Notti con Cleopatra” a “Mio figlio Nerone”, passando per “L'arte di arrangiarsi”, “La mia signora”, “Il commissario”.

A supporto narrativo si possono ascoltare i contributi audiovisivi con le testimonianze di Simone Casavecchia, Massimo Wertmüller, Gianna Gissi e Lorenzo Baraldi, che raccontano il “loro” Alberto Sordi in relazione alle esperienze professionali e private e il rapporto tra l'attore e Federico Fellini. Inoltre filmati dei cinegiornali dell'Istituto Luce-Cinecittà, documenti, sceneggiature, bozzetti del manifesto "I Vitelloni” provenienti dal Museo Cinema a Pennello di Montecosaro e persino il costume de “Il Marchese de Grillo” realizzato da Gianna Gissi per Costumi d'Arte.

La mostra sarà aperta fino al 28 agosto (dalle 11 alle 21 a ingresso libero) nella sala Tonino Guerra del Grand Hotel di Rimini per poi continuare il suo viaggio espositivo, a partire dal 4 settembre, nelle sale del Palazzo del Fulgor del Fellini Museum, a voler suggellare quel sodalizio con il grande regista riminese da cui parte la mostra.

Il materiale esposto proviene da: Casa Museo Alberto Sordi, Istituto Luce-Cinecittà, Centro Sperimentale di Cinematorgafia, Associazione Kulturando.360, Museo Cinema a Pennello, Sartoria Costumi d'Arte, famiglia Vanzina e archivi privati. Una produzione SI.VE e venturAcademy per La Terrazza della Dolce Vita, promosso da Apt Servizi Emilia-Romagna, Visit Romagna e Comune di Rimini.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Altarimini