La desertificazione della rete bancaria colpisce anche in Provincia di Rimini
35.000 cittadini emiliano romagnoli vivono in comuni privi di sportelli bancari

Oltre 35.000 cittadini emiliano romagnoli vivono in comuni di sportelli bancari, mentre per altri 214.000 nel proprio comune è attivo un solo sportello, con un incremento di oltre 17.000 persone nel solo 2024: "Un segnale della progressiva desertificazione della rete bancaria" evidenzia la First Cisl dell'Emilia Romagna in base ai dati aggiornati al 30 giugno 2025. Nei comuni privi di sportelli bancari operano 2400 imprese, che dunque sono alle prese con questo disservizio. In provincia di Rimini i comuni più grandi che hanno perso anche l'ultimo sportello sono Sant'Agata Feltria (quasi 2000 abitanti), Sassofeltrio (1.366) e Gemmano (1.121). A San Clemente, che di abitanti ne ha ben 5.671, resiste invece un solo sportello. L'indicatore di desertificazione assoluta, che fa riferimento ai comuni privi di sportelli bancari, vede il riminese all'ultimo posto tra le nove province in Regione mentre in quello "parziale" (comuni con un solo sportello) la provincia è sesta.
La dinamica nazionale conferma la gravità del fenomeno: nei primi sei mesi del 2025 sono stati chiusi 261 sportelli e 34 nuovi comuni si sono aggiunti alla mappa della desertificazione. "Sebbene la digitalizzazione dei servizi bancari avanzi con ritmo sostenuto, essa non può sostituire in modo inclusivo la presenza fisica sul territorio, soprattutto nei piccoli centri e tra le fasce più anziane della popolazione, dove l’home banking resta poco diffuso", sottolinea Stefano Manzi, segretario generale dei bancari (First) Cisl Emilia Romagna.
"In questo contesto - continua - l’Emilia Romagna si distingue per una tenuta relativa, favorita dalla storica presenza della cooperazione di credito e da un radicamento territoriale che ha saputo, in alcuni casi, attenuare l’impatto delle chiusure. Il ruolo delle banche di Credito cooperativo (Bcc) si rivela qui ambivalente: da un lato partecipano, seppur marginalmente, al trend di razionalizzazione; dall’altro, conservano una presenza capillare e, in taluni contesti, offrono un presidio attivo contro la desertificazione bancaria".
“Tuttavia, quello della desertificazione bancaria, resta un fenomeno grave che continueremo a monitorare costantemente con particolare attenzione, e non solo per intervenire in caso di tensioni occupazionali o forzata mobilità territoriale, ma anche per essere pronti a schierarci con le comunità montane e le fasce più fragili della popolazione, le più colpite dell’abbandono dei territori da parte di chi eroga servizi di primaria importanza. Anche per questo – conclude Manzi – ci impegniamo quotidianamente attraverso l’osservatorio, i convegni che organizziamo e la contrattazione decentrata nelle aziende creditizie”.