La vetta dimenticata dell’Appennino reggiano e la sua vista sconfinata che pochi conoscono
Monte La Nuda, 1893 m: cima brulla del Parco Tosco-Emiliano con panorami unici tra Emilia Romagna e Toscana.

Un monte “nudo” nel cuore dell’Appennino
Con i suoi 1.893 metri di altezza, il Monte La Nuda è una delle cime più alte dell’Appennino reggiano e si trova al confine tra Emilia Romagna e Toscana, all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il nome “Nuda” deriva dalla conformazione brulla e priva di vegetazione della sommità, che regala vedute panoramiche spettacolari sulla Pianura Padana a nord e sulle valli toscane a sud.
Il monte è parte di una catena che include il Monte Cusna e l’Alpe di Succiso, frequentata da escursionisti esperti e appassionati di alpinismo che percorrono i sentieri del CAI. L’area è caratterizzata da habitat di alta quota, con praterie montane e rocce ofiolitiche, tipiche di questa porzione dell’Appennino.
Valore naturalistico e itinerari escursionistici
Il Monte La Nuda è conosciuto per la sua integrità paesaggistica: la scarsa antropizzazione ha permesso alla fauna di prosperare. Nei dintorni si possono osservare cervi, caprioli e aquile reali, oltre a una ricca varietà di flora appenninica. La cima è raggiungibile da più punti: uno degli itinerari più suggestivi parte da Civago e attraversa il Passo di Lama Lite, collegando vari rifugi alpini e offrendo un percorso adatto sia al trekking estivo sia alle ciaspolate invernali.
Curiosità
Pur essendo tra le vette più alte della provincia di Reggio Emilia, il Monte La Nuda è spesso meno frequentato rispetto al vicino Monte Cusna. Proprio questa sua “solitudine” lo rende una meta amata dagli escursionisti che cercano silenzio e panorami incontaminati, lontano dai percorsi più battuti. La mancanza di impianti sciistici e infrastrutture turistiche ha preservato la montagna nella sua forma più autentica