L'Amacort Film Festival premia Gérald Morin, storico collaboratore di Federico Fellini

Morin fu assistente e segretario personale del maestro dal 1971 al 1977 e lavorò con lui a capolavori come Roma, Amarcord e Casanova

A cura di Riccardo Giannini Redazione
26 novembre 2025 12:50
L'Amacort Film Festival premia Gérald Morin, storico collaboratore di Federico Fellini -
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Domani (giovedì 27 novembre) l'Amarcort Film Festival entra nel vivo con due appuntamenti tra i più attesi di questa nuova edizione: in Cineteca alle 16:30m appena dopo aver concluso una speciale masterclass (ore 15) aperta anche al pubblico riminese (e non solo agli studenti del Campus), Gérald Morin riceverà, in collegamento da Nizza, il premio "Un felliniano nel mondo". Si tratta di uno tra i riconoscimenti più importanti del Festival, ricevuto da personaggi del calibro di Blasco Giurato, Ermanno Cavazzoni, Milo Manara e Nicola Piovani.

Per il produttore svizzero, che a Sion ha istituito con Stéphan Marti la Fondation Fellini pour le Cinéma, è un graditissimo ritorno: nel 2016 aveva guidato un tour per 40 esperti internazionali alla scoperta dei luoghi “felliniani”, in collaborazione con il Comune di Rimini e la Cineteca.

Morin fu assistente e segretario personale del maestro dal 1971 al 1977 e lavorò con lui a capolavori come Roma, Amarcord e Casanova. Giovane cinefilo, era arrivato nella capitale proprio agli inizi degli anni Settanta – folgorato dalla visione di Otto e Mezzo - con il desiderio di intervistare Fellini. Lui, colpito dalla sua vivacità, lo invitò a restare al proprio fianco: Morin racconterà quella straordinaria esperienza nel documentario Sulle tracce di Fellini. Un vero "felliniano nel mondo", che in mezzo secolo di avventure ha girato il globo, dall'Europa agli Stati Uniti, presentando libri e inaugurando mostre in onore di quello che ha sempre considerato come un padre, nel senso più spirituale del termine. "Fellini, come tutti i geni non è replicabile", spiega. "Aveva la forza, al pari dei Bergman e dei Tarkovskij, di trasmettere emozioni, atmosfere e trasformare il "provinciale" in qualcosa di universale. Infatti Amarcord lo capiscono anche in America nel profondo Stato dell‘Utah. Questo premio non solo rappresenta per me, e per i pochi felliniani rimasti in vita, un grande orgoglio. Deve servire soprattutto ai giovani registi per capire che senza passato non può esistere alcun futuro, nel cinema e in tutte le altre cose della vita. In questo l'Amarcort Film Festival – continua Morin - rappresenta un ponte straordinario tra quello che è stato e quello che può essere. L'arte non è solo nozionistica, per quello basta l'intelligenza artificiale. L'arte ci aiuta a riflettere, rielaborando un patrimonio alla ricerca della propria strada. Come hanno fatto grandi registi come Scorzese o Kusturica, che proprio a Fellini si sono anche ispirati. Oggi il modo di fare cinema è cambiato, la tecnologia senza pellicola ha reso meno costosi alcuni processi, per cui si fanno mille inquadrature lasciando tutte le scelte per il montaggio. Impariamo invece dai grandi artigiani del passato a riflettere di più anche prima di girare, coltivando una visione. Senza storia non ci può essere futuro, Fellini è il Picasso del cinema e la sua figura resta sempre attuale".

In serata, alle ore 21, gli studenti dell'Accademia LABA di Rimini celebreranno invece Giorgio Diritti: il regista bolognese, che ha firmato film tra i più premiati degli ultimi anni, come "L'uomo che Verrà" e "Volevo Nascondermi", riceverà il Premio Cinema e Giovani. Il riconoscimento riguarda l'ultima fatica di Diritti che a Rimini presenterà il cortometraggio L'ascolto, in cui affronta tematiche come il disagio giovanile, il ruolo della famiglia, l’assenza di ascolto e la difficoltà a crescere in una società che corre veloce e, senpre più spesso, rischia di lasciare indietro i pù fragili. Tutti argomenti particolarmente cari all'autore. L’ascolto è infatti l'ultimo tassello di un percorso che comprende anche i suoi precedenti corti Zombie (2020) e In famiglia (2022), tutti incentrati sulle giovani generazioni e sul tema dell’infanzia/adolescenza. Protagonista dell'ultimo corto è Emma (interpretata da Orietta Notari), una psicoterapeuta dell’infanzia e dell’età evolutiva. È una signora di sessant’anni con un sorriso leggero e lo sguardo dolce. Accoglie nel suo studio ogni giorno bambini e adolescenti. Dal dialogo con loro, dai silenzi, dalla “terapia” con le sabbie, emergeranno le loro emozioni, le solitudini, la loro rappresentazione dei sogni e della realtà. Parole in cui traspare ogni giorno smarrimento, il desiderio di appartenenza a una società in cui si sentono spesso soli e inadeguati, anche a causa di genitori poco affettivi.

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