Lamesta guida un attacco top: ma la Juventus Next Gen non fa primavera. Rimini Calcio, c’è da lavorare

Lamesta sale al proscenio

Lamesta

Lamesta rilancia il Rimini, alla prima vittoria stagionale. Molte indicazioni dalla “folle” gara con la Juventus Next Gen.

di Riccardo Giannini

Una settimana fa accoglievamo i “de profundis” verso una squadra destinata a retrocedere, feroci critiche alla società per un mercato fallimentare e un progetto non all’altezza. Oggi vediamo, tra le righe, un’euforia in parte giustificabile con l’emotività suscitata da una gara rocambolesca come quella di venerdì (15 settembre).

Il reparto d’attacco giustamente induce all’ottimismo. Lamesta sta offrendo prestazioni di alto livello, Capanni ha dimostrato di avere un piede destro di categoria superiore, Morra non farà 20 gol come Santini, ma è il centravanti che serviva al Rimini: lavora per la squadra meglio di Vano e di Santini (che accumulavano falli e cartellini), in area fa valere la sua presenza. E non dimentichiamoci di Cernigoi, di Iacoponi e soprattutto di Selvini.

Il giorno dell’acquisto del giovane attaccante ex Frosinone espressi il mio ottimismo sulle qualità di questo ragazzo, ammirato nel campionato Primavera 1. Ha giocato spezzoni di finali, finora, ma ha dimostrato rapidità e facilità di tiro: Zaccagno e Daffara gli hanno negato il primo gol tra i professionisti con due interventi non banali.

È un Rimini ben attrezzato in prima linea, che ha cambiato faccia e modo di attaccare: il miglior Rimini di Gaburro aveva come perno della manovra l’attaccante destro, Gabbianelli, mancino come Lamesta, ma meno rapido ed esplosivo nel dribbling. Gabbianelli si accentrava, diventando il perno di una manovra fondata sul possesso palla e sul fraseggio, con Laverone che si alzava a fare l’ala, e Delcarro che si inseriva negli spazi in area, fungendo da attaccante aggiunto.

Oggi il Rimini invece punta sul riconquistare palla a centrocampo, avendo due centrocampisti di rottura come Langella e Megelaitis, e verticalizzazioni semplici e immediate a lanciare le ripartenze di Lamesta, bravo a cercare gli uno-due con Morra e a infilarsi spesso tra le linee e in zone centrali del campo, sorprendendo i difensori avversari. Marchesi a centrocampo garantirà maggior inserimenti centrali, anche palla al piede, ed è probabile la sua presenza in campo nel Rimini più prudente da trasferta, quello del 3-5-1-1.

Tuttavia la vittoria contro la Juventus Next Gen non può far dimenticare i problemi mostrati nelle prime gare. In casa biancorossa ci sono tanti equilibri da registrare. Gli esterni in primis.

Semeraro ha buona conduzione della palla, ha un piede educato per impostare il gioco, ma non ha i movimenti senza palla del miglior Haveri e di Laverone. Come insegna Stefano Pioli, nel calcio di oggi il giocatore deve sapersi cercare gli spazi. Rosini è un gregario a cui non si possono chiedere cambi di gioco o inserimenti profondi in attacco. Ma entrambi devono soprattutto migliorare nelle scalate difensive. I centrali difensivi non sono rapidi e nell’uno contro uno finiscono in difficoltà. Giocare con la difesa a tre sembra assicurare un vantaggio, permettendo di affrontare in superiorità numerica due attaccanti. Non è così.

I movimenti del reparto non sono armoniosi, si crea troppo spazio sul centrodestra difensivo biancorosso, quando l’esterno sinistro avversario apre per l’inserimento della mezzala o l’attaccante taglia esternamente, basti rivedere il gol di Diakitè o l’occasione di Turicchia sventata da Colombo. Cercare gli spazi (da parte degli avversari) vanifica la superiorità numerica da parte dei difensori biancorossi. Servirebbe un difensore più rapido, bravo anche a staccarsi dalla linea a tre quando il trequartista avversario guadagna spazio tra le linee.

Ma il mercato riaprirà a gennaio. Nel contempo c’è lavoro per mister Raimondi e alle porte il primo turno infrasettimanale che imporrà anche un po’ di turn-over.

Intanto il Rimini si è già giovato di una prima scelta importante: quella di ridurre gli Under a tre. Nel girone giocano quasi tutti con gli Under, ma bene o male sono 3, massimo 4. L’Olbia lo scorso anno ha conquistato la salvezza dimezzando gli Under in campo. I giovani cresceranno. Ma il Rimini aveva bisogno di accelerare, per mettere un po’ di fieno in cascina. Anche se è giusto ricordare che i 23enni Pietrangeli, Lombardi, Langella, Lamesta e Capanni, i 24enne Ubaldi e Marchesi, i 25enni Tofanari e Megelaitis non sono certo dei Matusalemme. Ergo, questo Rimini ha un margine di crescita a livello anche di prestazioni individuali.



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