Lavoro: a Rimini 5 morti in sette mesi e 3.192 infortuni
Le proposte della Cisl riguardo la situazione

Si celebra domani, domenica 13 ottobre, la 74ª Giornata nazionale per le Vittime degli incidenti sul lavoro organizzata dall’Anmil.
I dati Inail relativi ai primi sette mesi del 2024, da gennaio a luglio, delineano un quadro allarmante per tutta l’Emilia-Romagna, che ha registrato un totale di 45.438 infortuni sul lavoro, con 61 decessi. Nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, la situazione degli infortuni sul lavoro continua a destare grande preoccupazione.
Rimini presenta un totale di 3.192 infortuni su lavoro, con la fascia tra i 40 e i 60 anni che risulta essere la più colpita, con 1.405 casi. I lavoratori tra i 20 e i 40 anni sono stati coinvolti in 1.027 incidenti, mentre gli over 60 hanno riportato 232 infortuni. Per i più giovani, fino a 20 anni, sono stati denunciati 528 casi. Rimini ha registrato 5 decessi. Sono questi i dati Inail, relativi ai primi sette mesi del 2024, da gennaio a luglio, che emergono in occasione della 74esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, organizzata dall’Anmil che quest’anno si celebra domenica 13 ottobre.
“Questi numeri sono un grido d’allarme che non possiamo ignorare – commenta il segretario generale Cisl Romagna Francesco Marinelli -. Dietro ogni cifra c’è un lavoratore, una famiglia, una comunità ferita. È inaccettabile che nel 2024 si debba ancora parlare di morti sul lavoro come se fossero inevitabili”.
Nei mesi scorsi la Cisl ha deciso di prendere una posizione forte su questa emergenza nazionale lanciando una serie di iniziative volte a creare una strategia nazionale di prevenzione. Tra le proposte spicca la richiesta di un patto di responsabilità. Questo accordo, che coinvolgerebbe governo, istituzioni, imprese e parti sociali, mira a mettere in atto misure di prevenzione concrete, condivise e applicabili a livello nazionale, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente gli incidenti sul lavoro.
Le proposte della Cisl
Centrale nelle richieste della Cisl è la formazione «obbligatoria e continua per tutte le figure coinvolte nella sicurezza sul lavoro ed aiuterebbe a prevenire situazioni di rischio. E poi le scuole, affinché le nuove generazioni crescano con una maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione nei luoghi di lavoro».
«La prevenzione non è un costo, ma un investimento nel futuro – sottolinea il segretario Marinelli -. Significa creare ambienti di lavoro sicuri, dove i lavoratori possano operare serenamente, sapendo che la loro salute è una priorità. Le aziende che investono in sicurezza vedono aumentare la produttività, ridurre l’assenteismo e migliorare il clima aziendale. E i lavoratori devono diventare attori attivi nel promuovere la sicurezza. Non possiamo più permettere che la normalità sia scandita da notizie di incidenti sul lavoro. È il momento di agire, di trasformare l’indignazione in azioni concrete».
Il numero uno regionale del sindacato conclude: «Tutti devono diffondere la cultura della prevenzione, perché il valore della vita umana è una priorità assoluta. Uniti, possiamo fermare questa scia di sangue e costruire un futuro in cui il lavoro sia davvero un diritto e non un rischio. Dobbiamo prenderci tutti un impegno: trasformare il dolore in azione, la memoria in prevenzione, la solidarietà in sicurezza. Perché ogni lavoratore ha il diritto di tornare a casa sano e salvo».